Cinquant’anni di Panificio Bosi: «Il segreto del nostro pane è la passione immutata»

L’educazione alimentare passa dalla riscoperta del passato. Milano, in questo senso, rivela storie come quella di una giovane coppia, originaria di Cremona: i Bosi, che aprirono all’Isola negli anni ‘60, in viale Stelvio 39. Erano gli anni del “boom economico”. L’innalzamento sostanziale del benessere si tradusse rapidamente in un rapido e profondo mutamento della vita sociale. C’erano i negozi che contribuivano al sostentamento delle famiglie di tutto il necessario per vivere, dal pane alle saponette, fino alla lana per confezionare vestiti. La bottega non era solo negozio, ma era luogo di aggregazione.

 

Com’è cominciata la vostra avventura?
«Siamo arrivati a Milano e mio marito faceva l’aiuto fornaio. Aprimmo il 31 agosto 1969».

Ci sarà un ricambio generazionale?
«Abbiamo quattro figli, ma purtroppo nessuno prenderà in mano la nostra piccola azienda».

Perché?
«E’ un lavoro che richiede molto, troppo, sacrificio».

In che modo è mutato il commercio al dettaglio?
«Il rapporto era diverso con i clienti. Cinquant’anni fa si vendeva la pasta sfusa. Erano tutte piccole ditte artigiane. Una volta si lavorava anche con il libretto, la gente veniva, prendeva e pagava a fine mese. C’era fiducia, oggi non farei mai questo. I tempi sono cambiati. Quel patto di fiducia oggi non esiste».

La vita da panetteria è dura…
«Sto tutti i giorni in piedi qui da cinquant’anni. La sera cerco di rilassarmi, ma scendo nuovamente giù in forno per controllare la lievitazione. La passione mi fa andare avanti».

Quali sono i vostri “pezzi forti”?
«Lavoro l’impasto senza lievito e senza sale, come un tempo. Si copre e si riposa, l’indomani si fa l’impasto aggiungendo lievito e sale. Non ho macchine automatiche».

Si vendono ancora michette?
«Milano è conosciuta per essere la mamma delle michette. Oggi le michette vengono stampate da una macchina che ha sostituito il lavoro dell’uomo. Io, invece, ancora taglio le mie michette come un tempo».

Quali furono gli anni migliori della vostra attività?
«Fino agli anni ’80 il commercio era ancora fiorente, oggi c’è troppa concorrenza. Anche il Governo ha fatto poco e continua a far poco per noi commercianti. Fino al 1974 qui non c’era un supermercato; oggi, in pochi metri, ne abbiamo almeno tre. Plaza-Escorts Anche all’Isola il progresso ha portato vantaggi, ma anche un regresso commerciale».

Com’è cambiato il quartiere?
«Noi eravamo l’Isola delle Botteghe: c’era anche la “tripperia”, una piccola macelleria che vendeva solo interiori di animali. Oggi sono cambiati i consumi, si mangia meno pane che si vende a grammi e non più a chili. Vedo tanti negozi di ristorazione estera e la gente non consuma i nostri prodotti».

DOVE SIAMO

Viale Stelvio 39, Milano
Tel. 02.45.48.63.26


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