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23. 04. 2024 23:46

Bruno Varacalli: «Io, disabile, colpito dai ciclisti»

Appena sciolta la prognosi per il poliziotto Bruno Varacalli, protagonista di una colluttazione dieci giorni fa in prossimità della ciclabile di corso Buenos Aires

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«Nella mia vita da disabile mi era capitata qualche discussione, qualche diverbio, ma mai un’aggressione come quella di settimana scorsa». Bruno Varacalli non ha dubbi. Lo scorso 5 giugno, il giovane poliziotto tornato in servizio nel settembre 2019 dopo l’amputazione del ginocchio destro è stato aggredito in corso Buenos Aires. Una disavventura che gli ha lasciato dietro dieci giorni di prognosi e un collare al collo.

 

Bruno Varacalli: «Io, disabile, colpito dai ciclisti»

Varacalli, come si sente?
«Sto molto meglio adesso, per fortuna. All’inizio sono rimasto un po’ scioccato, quasi incredulo per quello che mi è successo. Poi ho razionalizzato l’accaduto e ci sono andato sopra».

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Cosa è successo di preciso?
«Ero in corso Buenos Aires, quasi all’incrocio con via Spontini, quando la mia macchina si è fermata. Purtroppo, complice il cambio automatico, non sono riuscito a spostarla da ciclabile e strisce pedonali. Ad un certo punto è passato un ciclista che ha colpito con pugno il cofano della mia auto, danneggiandola. L’ho fermato per chiarire e, per tutta risposta, alle spalle mi è arrivato un pugno sul collo da un terzo uomo».

È stata un’aggressione programmata?
«Non credo, perché nessuno di noi tre si conosceva: non ci eravamo mai visti prima. E poi queste due persone sembravano assolutamente tranquille in un primo momento».

Crede che la sua condizione da disabile possa aver influito?
«Mentre ero in auto, il ciclista non ha visto le mie gambe: solo successivamente, quando sono uscito per chiedergli chiarimenti, se n’è accorto. La persona che mi ha tirato il pugno da dietro potrebbe averlo capito, visto che cammino con la protesi ed è abbastanza evidente nei miei movimenti».

Come si sente?
«Alle mie spalle ho una carriera in Polizia e non voglio perdere quanto ho costruito con grande fatica. Ho combattuto tanto per avere questa divisa. Nonostante la prospettiva del congedo, non la ritenevo giusta perché il lavoro in Polizia è quello che so fare nella vita e che mi piace: dieci anni fa, con l’esercito, ho iniziato un percorso che non intendo smettere fino alla pensione».

 

Crede di essere in qualche modo giudicato per la sua condizione?
«Qui in Italia può sembrare una novità, ma negli Stati Uniti ci sono diversi appartenenti alla forze dell’ordine che svolgono ruoli operativi nonostante i loro handicap. Uno di questi l’ho conosciuto sui social, mentre scrivevo la mia tesi di laurea. A febbraio 2019 ho conseguito la triennale in Scienze Motorie, adesso sto seguendo un master in Criminologia».

Che ruolo ricopre, adesso?
«Prima facevo attività operativa, ora sono in ufficio in un ruolo più tecnico. Sono rientrato ad agosto in Polizia dopo il via libera del Ministero dell’Interno, mentre ho ripreso a lavorare ufficialmente il 2 settembre scorso. Adesso sono nello sportello Vittime di Reato, in Questura a Milano, inaugurato il 7 novembre».

Proprio a novembre ci presentò il suo libro.
«È stato tra i primi venti più venduti della sua categoria. Sono contento perché ho devoluto tutti i miei proventi al Fondo di Assistenza della Polizia di Stato, un fondo che ha aiutato anche me per pagare una parte di cure urgenti».

Ha ripreso ad allenarsi in pista?
«Non ho mai smesso: durante il lockdown mi sono allenato in casa, mentre adesso sono tornato in pista. Mi sto preparando sui 100, sui 200 e anche sui 60 metri, questi ultimi solo indoor. Purtroppo le gare che avevo in programma per quest’anno sono saltate, ma spero che da gennaio si possa tornare a gareggiare».

Sogna le Paralimpiadi?
«Ci proverò, non mi voglio precludere niente. Le prime gare che ho affrontato hanno dato ottimi responsi. Per Tokyo 2021 è ancora presto, ma non mi precludo niente per Parigi 2024».

Chi è Bruno Varacalli

La vita di Bruno Varacalli è cambiata per sempre il 5 settembre 2017 quando l’agente scelto – in autostrada con la sua moto, direzione Austria, meta di un raduno di centauri – all’Altezza di Brescia Ovest è stato toccato dalla ruota di un rimorchio di un tir che, dopo essersi staccata, ha centrato Varacalli in pieno.

Dopo il calvario in ospedale, la convalescenza e il periodo di riabilitazione, il 2 settembre 2019 l’agente scelto è rientrato in servizio in ufficio, in un ruolo più tecnico. Il 33enne, originario di Gerace, ma da anni residente a Milano, è il primo (e finora unico) poliziotto d’Italia ad essere rimasto in divisa, nonostante l’amputazione transfemorale alla gamba destra.

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