«Torneremo, Milano non si può abbandonare», è il leitmotiv che accomuna gli chef stellati del capoluogo meneghino. Tuttavia le loro promesse al momento sono semplici parole, mentre la realtà afferma che anche gran parte dei ristoranti stellati stanno rimanendo schiacciati sotto la crisi generata dal Covid.
Divisi tra chiusure e nuove sfide
Sono già tantissimi i nomi illustri finiti sul libro nero delle chiusure. Partiamo da “Attimi”, dello chef tedesco innamorato dell’Italia Heinz Beck. Ha aperto a Milano due anni fa in collaborazione con chef express del Gruppo Cremonini, e per ora le speranze di riapertura dopo la chiusura forzata del lockdown si riducono al lumicino.
«Sappiamo che la modalità smart working andrà avanti almeno fino a gennaio, magari oltre – dichiara Beck – . Non ha senso restare aperti. Un addio? No, vogliamo tornare ad essere presenti. Ma in questo momento dobbiamo aspettare di capire che cosa succederà. Cerchiamo una location più adatta per ricominciare, magari più centrale. Ne abbiamo già esaminate alcune, ma non ci hanno convinti».
Con la pandemia è rimasto chiuso anche Felix Lo Basso, proprio di fronte al Duomo. «L’affitto scadeva e non abbiamo trovato l’accordo per rinnovarlo», taglia corto lo chef Felice Lo Basso. Tuttavia si dichiara pronto a ripartire e annuncia una nuova apertura in corso Sempione al fianco del calciatore dell’Inter Danilo d’Ambrosio.
La ristorazione milanese sempre con meno “stelle”
Rimanendo in tema calcistico ha chiuso i battenti anche N10, il locale di Alessandro Del Piero aperto appena lo scorso ottobre. Stessa sorte è toccata al Lume, ristorate in via Watt che aveva conquistato non da molto una stella Michelin. Lo chef Filippo La Mantia invece chiuderà a fine anno, salutando Milano con il cenone di Capodanno.
Non ha ancora riaperto neanche Carlo Cracco con il suo Carlo & Camilla in Duomo. «Gli uffici non sono ancora riaperti. Il centro è un disastro, il lavoro non c’è. Salvo per chi ha spazi all’esterno», afferma senza mezzi termini l’ex giudice di Master Chef.
Tra le tante chiusure si vociferava anche un imminente chiusura del “Lusso della Semplicità” di Alessandro Borghese, ma è lo stesso conduttore di 4 ristoranti a smentire il tutto: «Ho riaperto sabato scorso, alla grande. Però a pranzo resterò aperto solo nel weekend, i pranzi d’affari sono spariti, quelli in famiglia no, anzi. Avrò meno coperti e un servizio più accurato. Tutti dovranno contenere i costi, per esempio con meno personale e più tecnologia, meno sprechi. Se qualcuno con due mesi di chiusura rischia il fallimento mi interrogo su come gestiva il suo locale».