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29. 03. 2024 06:16

“Così parlò Lupo Blu”: il nuovo libro della “mamma” di Geronimo Stilton, Elisabetta Adami

Parla Elisabetta Dami: «Spero che la sua voce possa ispirare tanti a non perdere la speranza»

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È la “mamma” di Geronimo Stilton, il topo giornalista che dagli anni ’90 incanta con le sue avventure i bambini di tutto il mondo. Elisabetta Dami è la scrittrice che l’ha inventato e i suoi libri, tradotti in 50 lingue diverse, sono stati venduti in 180 milioni di copie nel mondo. Figlia dell’editore Piero Dami (fondatore nel 1972 della Dami Editore), sin da giovanissima muove i primi passi nel mondo della narrativa per la casa editrice di famiglia, ma ama anche l’avventura.

Elisabetta Dami, “mamma” di Geronimo Stilton, in libreria con “Così parlo Lupo Blu”

A 20 anni ottiene il brevetto di pilota d’aereo e paracadutista mentre a 23 affronta il giro del mondo da sola; fa trekking in Nepal, scala il Kilimangiaro, corre la maratona 100 km del Sahara e per tre volte quella di New York. È anche stata adottata da due tribù di nativi americani, fra cui il Clan del Lupo dei Cherokee. Domani presenterà il suo ultimo libro Così parlò Lupo Blu, una storia nuova, che in occasione del 50esimo anniversario della Libreria dei Ragazzi racconterà in un laboratorio di avventure selvagge, per scoprire come si inventa una storia con un lupo protagonista.

Tu sei nata a Milano, tuo padre era un editore per ragazzi, hai masticato letteratura di questo genere sin dalla nascita. Cosa significa la Libreria dei Ragazzi per te?
«Io ero molto amica della famiglia Denti, i fondatori della libreria. Mi affiora alla mente un ricordo dolce: mio padre mi portò alla Libreria dei Ragazzi, che allora era ancora in piazza Cordusio e mi disse: “Ti porto in un posto dove tengono tutti i libri per bambini, poi ognuno sceglie il suo”. Vedevo un sacco di libri, ero molto intimidita e poi c’era questa montagna d’uomo, Roberto Denti, che comunicava col tono della voce. La sua passione era travolgente e vicino a lui c’era sua moglie Gianna, che era la sua forza e lui lo diceva sempre. Adesso non ci sono più, ma la strada che ci hanno aperto continua e deve essere sempre un incoraggiamento per tutti noi, per non dimenticare mai l’importanza di parlare di libri per bambini».

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Sei la mamma di Geronimo Stilton, un personaggio conosciuto e amato dai bambini di tutto il mondo. Com’è nato?
«Vent’anni fa io scoprii di non poter avere figli e cominciai a fare volontariato alla clinica pediatrica De Marchi. Era l’epoca di Patch Adams, il medico che si travestiva da clown per far ridere i piccoli pazienti. Io purtroppo non lo so fare, ma posso scrivere storie divertenti, così mi inventai un personaggio a cui capitava di tutto. I bambini mi chiedevano sempre: ma ci sarà il lieto fine? Finisce benissimo, rispondevo io, rendendomi conto che in realtà mi stavano chiedendo “Ci sarà un lieto fine anche alla mia storia?” Lì imparai l’importanza del lieto fine. Qualunque cosa ci succeda, possiamo dargli un senso».

Ora hai appena pubblicato “Così parlò lupo Blu”, una svolta nella tua narrativa?
«Dopo Geronimo, che mi ha riempito il cuore per 20 anni, ho scritto la serie Billo e Billa, due orsetti che vivono nella Valle della Felicità e in ogni libro insegnano cose importanti. Ho capito che ero pronta per altro. Il lupo? Mi sono resa conto che tutti i miei libri parlano di animali, io amo dargli voce perché sono archetipi molto importanti».

Avrà un seguito, come l’hanno avuto i libri di Geronimo Stilton?
«Io l’ho visto già come una trilogia, perché i libri scritti col cuore non sono operazioni commerciali, ma significano iniziare un cammino insieme al lettore, raccontandogli sempre di più, portandolo nel proprio mondo. Lupo Blu scopre la bellezza di essere diverso e mentre all’inizio se ne vergogna, perché è timido e sognatore, (come ero io, com’è Geronimo), ha poi imparato a fare della sua debolezza una forza. Ha imparato la bellezza di essere diverso e il potere delle storie: tutti gli animali si fermano ad ascoltarlo, perché si accorgono che imparano qualcosa, oppure ricevono conforto. Se fosse un umano, sarebbe uno scrittore. Spero che la sua voce di lupo possa ispirare tanti a non perdere la speranza: questo è un momento dove è ancora più importante tenere sempre viva la luce della speranza».

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