Se tu non fossi qui: «Sensibilizziamo contro il disagio mentale»

disagio mentale
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Una cultura dell’inclusione, che passa attraverso la socialità: è fissato per domani l’appuntamento con Se tu non fossi qui, giornata dedicata alla sensibilizzazione sul tema del disagio mentale. L’incontro, che si svolgerà presso la Palazzina Appiani di viale Byron 2 dalle 14.00 alle 21.00, è promosso dall’associazione iSemprevivi+Onlus e ha l’obiettivo di contrastare i pregiudizi spesso accostati al disagio psichico.

A raccontare l’iniziativa a Mi-Tomorrow è don Domenico Storri, presidente e fondatore de iSemprevivi. Il sacerdote, che è anche psicologo e terapeuta, ha avuto l’intuizione di portare nella sua comunità la “montagna terapia”: «Camminare insieme, individuare un traguardo comune e impegnarsi per raggiungerlo. Ritrovarsi in vetta e guardare dietro sé il lavoro fatto, realizzando la soddisfazione della propria impresa».

Don Domenico, in che cosa consiste Se tu non fossi qui?
«È il primo evento promosso dalla nostra associazione che si svolge all’esterno delle mura parrocchiali. L’intento è coinvolgere il territorio milanese sulla tematica del disagio mentale e soprattutto sensibilizzare contro i pregiudizi che permangono nei confronti di queste realtà. Siamo nel 2019, eppure paura e preconcetti la fanno ancora da padrona».

Qual è lo scopo?
«Creare qualcosa che faccia cultura, far conoscere la nostra realtà e invitare le persone a riflettere su determinati concetto».

In che modo?
«Attraverso gli interventi di relatori che non sono tecnici del settore, ma cittadini comuni che però hanno una visibilità pubblica e che quindi possono aiutare a stimolare una riflessione. Abbiamo ospiti d’eccezione come Matilde Gioli, Nicola Savino, don Gino Rigoldi, Nello Scavo, Nando Dalla Chiesa, Marco Pogliani. Tutte personalità molto sensibili rispetto a questo argomento».

Oltre a questi interventi, quali altri momenti particolari prevederete?
«Il programma è suddiviso in due parti. Dalle due del pomeriggio, verranno esposti i prodotti realizzati dai nostri ragazzi, durante i laboratori creativi di arte, fotografia, teatro e tanto altro. Poi abbiamo in programma i tornei di calcio, che coinvolgono le squadre del terzo settore e le realtà del volontariato».

Mentre la seconda parte della giornata come si svolgerà?
«Dalle 18.30 è prevista la partecipazione, su prenotazione, al convegno Se tu non fossi qui per avviare un dibattito sui temi del disagio psichico. È proprio in questa parte della giornata che saranno presenti come relatori tante personalità pubbliche. È un invito alla riflessione».

Di che cosa si occupa l’associazione iSemprevivi?
«Siamo un’associazione di volontariato, accreditata da un anno alla Regione, e ci occupiamo di riabilitazione psichiatrica. L’idea ha preso forma nel 2005, nella Parrocchia di San Pietro in Sala di piazza Wagner. Nel marzo 2009 iSemprevivi si è costituito in associazione di volontariato, per offrire un aiuto nell’ambito psicologico. Intorno all’associazione poi sono nate tante attività e iniziative: il Centro Diurno Adulti, Il Centro di accompagnamento all’adolescenzaIl Sorriso di Lollo, lo sportello psicologico aperto a tutti e il Progetto Casa».

Qual è la vostra filosofia?
«Portiamo avanti l’idea dell’importanza della risocializzazione. Pensiamo che la riabilitazione passi attraverso il reinserimento del paziente nel tessuto sociale. Non c’è riabilitazione se non c’è risocializzazione. Si tratta di un’estensione della pratica terapeutica. Che non è più dogmatica, chiusa soltanto nello studio di uno psicologo. Qui ovviamente non si perde ciò che è specifico della riabilitazione, ma viene esteso, con l’obiettivo di andare incontro alle esigenze dei ragazzi. La parrocchia è intesa come fulcro di relazioni capillari, luogo dove si vivono le relazioni. I cambiamenti avvengono sempre perché c’è cultura. Prima arrivano i nostri pensieri, poi i nostri passi».


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