Fondazione Buzzi, una cabina di regia per ospedali e autorità

Un team di venti persone per coadiuvare ospedali e autorità nella ricerca di soluzioni alla scarsità di strumentazioni e di presidi medicali: l’attività di Fondazione Buzzi

fondazione buzzi
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Tutti conoscono la Fondazione Buzzi per il proprio ruolo nella promozione della salute del bambino e della donna, nonché nella ricerca scientifica nei campi della medicina pediatrica e materno-infantile.

 

Fondazione Buzzi, una cabina di regia contro il Covid-19

Ora la Fondazione Buzzi ha istituito una cabina di regia per aiutare il Paese nella lotta al Covid-19. Un team di 20 persone lavorano senza sosta per coadiuvare ospedali e autorità nella ricerca di soluzioni alla scarsità di strumentazioni e presidi medicali. Per questo la Fondazione ha bisogno di fondi adesso per reperire presidi necessari nell’immediato alle strutture sanitarie.

«In questo momento tragico per il nostro Paese abbiamo sentito il dovere di metterci a disposizione, in coordinamento con il commissario straordinario, per aiutare la Regione Lombardia e l’Italia intera, mettendo a servizio il nostro tempo e le nostre competenze per reperire nel più breve tempo possibile non solo le attrezzature, ma anche tutte le risorse scarse a partire dai presidi di protezione individuale dei medici che sono eroicamente sul campo per noi tutti – le parole di Stefano Simontacchi, presidente di Fondazione Buzzi –. Oltre all’acquisto e alla messa a disposizione di macchinari e presidi, la “cabina di regia” di Fondazione Buzzi svolge un costante lavoro di ricerca, individuazione, analisi di possibili fornitori cercando di favorire le autorità e gli ospedali nel reperimento tempestivo di ciò che più occorre».

Task force. «Se doni alla Fondazione Buzzi doni due volte – prosegue Simontacchi –, perché utilizzeremo le donazioni per mettere a disposizione degli ospedali che più ne hanno bisogno strumentazioni, che poi serviranno per il Nuovo Grande Buzzi. Le strumentazioni che dovessero essere in eccesso saranno vendute proprio per finanziare il Nuovo Grande Buzzi o donate per creare posti di terapia intensiva pediatrica in Italia».

L’azione della Fondazione si colloca oggi nel quadro delle disposizioni emanate dal Governo e dalle competenti autorità nonché delle linee di azione della richiamata struttura commissariale.

Oltre a supportare e agevolare l’attività delle autorità nazionali e regionali negli approvvigionamenti per grandi quantitativi e nella individuazione delle priorità, in costante collegamento con le stesse, Fondazione Buzzi si propone di agire come task force per offrire un’operatività complementare a quella delle grandi istituzioni tesa a dare una risposta ai bisogni immediati dei singoli ospedali.

Fondazione Buzzi, il progetto di Gian Vincenzo Zuccotti

La Fondazione sosterrà anche il neonato Centro Operativo Dimessi situato presso l’Ospedale Buzzi. È un progetto di Gian Vincenzo Zuccotti, preside della Facoltà di Medicina dell’Università Statale e direttore della clinica pediatrica dell’Asst Fatebenefratelli-Sacco-Buzzi, che da lunedì 23 marzo provvede 24 ore su 24, 7 giorni su 7, a monitorare la condizione di salute dei pazienti dimessi dopo malattia per Covid-19. E che richiede, oltre al personale umano, anche saturimetri e altra strumentazione.

Grido di aiuto. «Siamo molto orgogliosi del ruolo di cabina di regia che sta svolgendo Fondazione Buzzi essendosi messa a disposizione del sistema in questo momento di grande emergenza – spiega Zuccotti –. I medici in prima linea hanno bisogno di aiuto concreto ed immediato. L’iniziativa del nuovo Centro Operativo Dimessi localizzato al Buzzi è uno snodo essenziale per aiutare Milano in questo difficile momento. La vicinanza della Fondazione Buzzi anche su questo progetto è molto importante».

A parlare anche Ida Salvo, ex primario di Terapia Intensiva del Buzzi, ora consigliere della Fondazione a cui dedica l’intera sua attività e componente del Comitato Etico Area 1 (che include l’Ospedale Sacco): «Sono tutti i giorni al fianco dei miei colleghi e amici anestesisti e rianimatori. Lancio un forte grido di aiuto: abbiamo bisogno di aiuto e donazioni immediate per potere essere al fianco dei medici, assicurando loro i presidi che purtroppo spesso mancano».

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