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23. 04. 2024 13:40

“Il teatro e mia zia” a Milano una mostra sui (molti) mestieri del teatro

Una mostra a cielo aperto per dare voce ai protagonisti invisibili del teatro

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“Il Teatro e mia Zia”: i volti di chi il teatro lo fa, in ogni senso, in mostra al centro di Milano dal 15 ottobre al 7 novembre in corso Vittorio Emanuele II. Una carrellata di immagini e testi per raccontare tutti i protagonisti del teatro, che non sono solo gli attori che vediamo muoversi sulla scena.

“Il teatro e mia zia” per spiegare i retroscena del teatro

Il susseguirsi di 24 volti di tecnici, attori, registi, attrezzisti, drammaturghi, danzatori ritratti da Mario Zanaria e raccontati da Greta Cappelletti, per far conoscere al pubblico quanto e che tipo di lavoro si cela dietro uno spettacolo, raccontato nel modo in cui lo spiegheresti ad una «zia immaginaria».

L’idea è nata durante la pandemia, con la chiusura delle sale teatrali, provocando negli autori l’urgenza di dare voce a tutte le persone che contribuiscono a portare l’arte sul palcoscenico. «Quanto la macchina teatrale può considerarsi necessaria se mia zia ancora non ha capito il mio mestiere?» si è chiesta Greta Cappelletti in maniera provocatoria. Per questo si è occupata di narrare e rendere conosciute, intelligibili, tutte quelle professioni indispensabili alla realizzazione di uno spettacolo ma poco note ai più.

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Il fotografo Mario Zanaria racconta: «Abbiamo chiamato a raccolta nel mio studio diversi professionisti dello spettacolo milanese, trasversali per notorietà e per generazione, lasciando che il teatro venisse suggerito dall’uso delle luci e dalle quinte del set. Ne è emerso un progetto fotografico che è una sorta di archivio di quelle che sono le maestranze teatrali».

Il format della mostra

L’esposizione delle foto è stata pensata  come in uno spettacolo teatrale, dove ognuna delle persona ritratte fornisce una risposta alla domanda posta da Cappelletti: «Come spiegheresti il tuo mestiere a mia zia?».

La centralità dell’esposizione volutamente a cielo aperto cerca proprio quel contatto con lo spettatore altrimenti negato a chi lavora dietro le quinte.

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