Istituzioni assenti, Amazon, milanesi distratti: chiude la storica Libreria Partipilo

Libreria Partipilo
Libreria Partipilo

Si abbassa definitivamente la serranda della Libreria Partipilo di viale Tunisia ed è la fine di una meravigliosa avventura. Una curiosa quanto triste coincidenza: mentre la Regione Lombardia annunciava il riconoscimento di 189 nuovi negozi, locali e botteghe storiche, una storica attività di Milano, in elenco da un anno, ufficializzava la chiusura.

Il titolare, Nicola Partipilo, arrivò qui nei primi anni Sessanta e ora, frustrato e amareggiato, è costretto dire basta. «La discesa è iniziata vent’anni fa, con l’avvento d’Internet, ma negli ultimi tempi il calo è diventato spaventoso – racconta a Mi-Tomorrow –: un vero disastro».

 

È l’online l’ammazza librerie?
«Io non sono mai stato a priori contro la possibilità di acquistare fuori dalle librerie: mi oppongo, però, a chi fa concorrenza sleale, a chi attua politiche assurde e devastanti per il settore».

Un riferimento ad Amazon?
«Certo, Amazon, ma pure i supermercati, che ormai vendono libri, anche scolastici: per farsi concorrenza tra loro, indirettamente hanno dato il colpo di grazia alle librerie. Oggi stanno in piedi solo le librerie editoriali, mentre per gli indipendenti è la fine. Una libreria che chiude non è solo una saracinesca che si abbassa: è un impoverimento generale per la società».

Si è sentito lasciato solo dalle istituzioni?
«Sì e, mi consenta, è vergognoso. Milano, fino a prova contraria, è la capitale italiana dell’editoria eppure le librerie, a cominciare dal salotto buono della città, la Galleria, stanno scomparendo: c’è evidentemente qualcosa che non va. La città si è svuotata delle sue attività storiche, della sua anima: se questo è progresso… Sono molto deluso anche dai milanesi».

Perché?
«Nessuna reazione, c’è grande disinteresse: viviamo ormai con lo sguardo perennemente sui telefonini e non ci accorgiamo di ciò che accade intorno a noi».

Riavvolgiamo il nastro: come iniziò?
«Avevo 23 anni e facevo il fattorino: andavo in giro per le varie case editrici e vedevo magazzini colmi di libri, così la mia passione è cresciuta sempre più. Il mio sogno era aprire una libreria».

Quando il sogno divenne realtà?
«Nel 1966 capitò l’occasione di comprare la cartolibreria dove avevo iniziato: diventammo un punto di riferimento per l’intera città».

Grazie a cosa?
«In primis la specializzazione nella scolastica: inventai Milano Testi, un fascicolo che raggruppava tutti i libri, anche quelli complementari, adottati dalle varie scuole medie e superiori. Era una faticaccia, perché bisognava andare fisicamente in ogni istituto a recuperare le varie liste: mi alzavo alle 5 del mattino, ma credevo nel valore dell’iniziativa. Mi ringraziò addirittura l’Unesco».

Una proposta di qualità anche sul fronte della libreria tradizionale, apprezzata da molti personaggi noti, qui di casa: ha un ricordo particolare?
«Sono passati in tanti: da Enzo Jannacci a Vittorio Sgarbi fino all’allora presidente della Repubblica Pertini. Molti anche gli sportivi. Uno degli aneddoti che ricordo con più piacere è quella volta che a San Siro sentii dagli altoparlanti dello stadio il grande Enrico Ameri consigliare la mia libreria e la rassegna del libro sportivo che organizzavo: fu emozionante e una grande soddisfazione».

Via Soderini resiste
La Partipilo 2 va avanti

Chiusa la libreria di viale Tunisia, resta aperta la filiale di via Soderini 2, aperta nel 1973 e gestita ora dai figli di Nicola Partipilo: la libreria è aperta il lunedì dalle 15.00 alle 19.30, dal martedì al sabato dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00. Info su libreriapartipilo.it.


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