A spasso tra le luminarie milanesi, centro storico invaso dal Natale

luminarie milanesi
luminarie milanesi

Dicembre, tempo di regali, feste e delle luminarie milanesi. La città si addobba per celebrare il Santo Natale e per l’occasione strade e piazze si accendono con luci ed addobbi. Non può mancare una visita in piazza del Duomo: quest’anno la scelta dell’albero, che alcuni definiscono semplicemente “cono”, ha fatto molto discutere. In molti avrebbero preferito un albero vero e non sarebbe strano se fossero gli stessi che gli anni passati lamentavano il fatto che la natura va salvaguardata anche a Natale. Ad ogni modo, la scenografia offerta dallo spettacolo di luci è davvero bella ed affascinante.

 

Proseguendo in direzione San Babila, il corso offre non solo le luminarie ma anche tantissime vetrine natalizie, ognuna con una diversa interpretazione del Natale. Quasi arrivati in San Babila, uno sguardo alla chiesa di San Carlo ci ricorda che ogni occasione è buona per conoscere meglio la nostra città: per avere un’idea diversa del centro cittadino, è possibile fermarsi a toccare con mano quanto i Lions hanno regalato alla città ed in particolare ai non vedenti: un plastico-scultura realizzato da Giuliana Ranghieri.

Anche corso Venezia, soprattutto il primo tratto, ci dà modo di respirare aria natalizia: qui i grandi nomi della moda non hanno badato a spese per regalare anche a coloro che non possono permettersi i loro capi, delle vetrine che non possiamo non ammirare. Prendendo invece via Durini, soprattutto per poter vedere gli addobbi fuori da Casa Toscanini, notiamo proprio all’angolo con piazza San Babila, un palazzo completamente addobbato: nove piani, o forse undici, di luci e colori.

Per tutti coloro che dopo aver visto piazza del Duomo avessero preferito tornare verso Cordusio, ecco l’albero, questa volta un semplice pino, che Starbucks ha posizionato fuori dalla caffetteria più discussa l’anno scorso. E, complice forse il periodo natalizio, troviamo nuovamente la coda per entrare. Da qui già vediamo gli addobbi di via Dante: una passeggiata con destinazione Castello è quel che ci vuole per entrare ancora di più nello spirito natalizio, ma soprattutto è l’occasione perfetta per ammirare tutti, nessuno escluso, i palazzi che ci accompagnano fino a Cairoli. Ognuno con una storia bellissima. E tutti qui a festeggiare, il loro ennesimo Natale.

 

CI VEDIAMO IN…
Palazzo Saporiti

Palazzo Saporiti venne costruito nel 1800, anni di intenso restyling per la zona, una vera e propria rivoluzione che trasforma un viale di orti e botteghe nel nuovo quartiere bene della città. E’ infatti la strada che conduce a Monza ed all’Austria, per cui è qui che l’Arciduca con il suo corteo, esce ed entra dalla città. Ovvio che non possa farlo in mezzo alle ortaglie, il nuovo corso Venezia assume il suo aspetto nobile e borghese, diventando la casa per chi certo non può perdersi l’occasione di mostrarsi al corteo direttamente dalle proprie finestre e dai propri balconi.

Gaetano Belloni però decide di esagerare. E’ un borghese, un nuovo ricco la cui fortuna la deve principalmente al gioco d’azzardo. Proprio lui gestisce il foyer della Scala che come in ogni teatro era dedicato proprio al gioco. Essendo molto ricco e nuovo allo status, decide di farsi vedere per bene dotando il suo palazzo di un’immensa loggia, sorretta da colonne gigantesche, così che sia lui che i suoi ospiti non passassero inosservati a chi passeggiava nel corso. A progettarlo è uno scenografo della Scala, Giovanni Perego, che disegna riassumendo il linguaggio teatrale a quello architettonico del Palladio. La firma però è dell’architetto Giusti. Terminato nel 1812, il Belloni se lo gode finchè il gioco d’azzardo non viene dichiarato illegale, segnando la sua rovina e costringendolo alla vendita del palazzo ai Rocca-Saporiti, non proprio milanesi, ma da allora, con la miglior loggia della città.

 

RETROBOTTEGA
Golosità per le feste: Peck

Il cognome è noto a tutti, Peck, ma pochi sanno che il nome era Francesco. Fu lui infatti nel 1883 a decidere di aprire la sua bottega di carni e salumi in via Orefici. Gli bastano pochi anni per ampliare e rinnovare il suo locale: nel 1890 diventa fornitore ufficiale del Re. Con il nuovo secolo, si trasferisce in via Spadari, proprio dove lo vediamo ancora oggi. Ma questo non è un cambio solo di indirizzo: a partire dal 1912 infatti i prodotti offerti aumentano. Pasta e piatti pronti si aggiungono alle celebri carni ed ai rinomati salumi.

Dopo la guerra, nel 1956 la proprietà passa ai fratelli Grazioli, che rinnovano le offerte per la clientela sempre più numerosa ed attenta alla qualità dei prodotti. Qualità che non muta con il passaggio ai fratelli Stoppani nel 1970. Alla fine del ‘900 gli spazi aumentano ancora di più: una ristrutturazione importante arricchisce Peck non solo di altro spazio per nuovi sapori, ma si creano ambienti diversi per un’offerta sempre più ampia. Dal 2013 Peck è di proprietà di Pietro Marzotto.

 

SE PARLA MILANES
Milan el pò fà, el pò dì, ma el pò minga l’acqua in vin convertì

Letteralmente: «Milano può fare e può dire, ma non può trasformare l’acqua in vino». In un periodo come quello che stiamo vivendo in cui Milano sembra poter fare tutto e viene riconosciuta nel mondo come una eccellenza sotto tanti aspetti, il vecchio ma sempre attento dialetto milanese ci ricorda che sì, saremo anche bravi, ma non è che possiamo fare davvero ogni cosa.


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