MeMi Festival: attiviamo la memoria

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Magari passiamo davanti a quel palazzo da una vita, ignorando che nasconde un pezzo importante della storia della nostra città: l’occasione per scoprirlo è partecipare a MeMi Festival – Attiviamo la memoria.

 

Attraverso spettacoli, installazioni e visite guidate (tutto a ingresso gratuito), fino a domenica prossima, 15 settembre, la manifestazione dell’associazione Nuvolanove fa rivivere luoghi milanesi legati al periodo 1938-1948, dalle leggi razziali all’entrata in vigore della Costituzione.

I luoghi. La stazione Centrale, il carcere di San Vittore, l’Università Bocconi, il Politecnico, la Camera del lavoro, il parco Sempione e altri luoghi simbolo (in tutto diciassette) diventano i palcoscenici per artisti e associazioni che stimolano l’interazione con il pubblico. MeMi si suddivide in tre filoni: Learn, incontri e visite guidate; Share, performance e installazioni; Play, spettacoli.

Il programma. Fino a sabato alla Bocconi c’è The List, installazione sonora di Chelidon Frame dedicata ai migranti morti nel Mediterraneo. Sul piazzale della Stazione Centrale da domani fino a domenica arriva Trame: Ravani & Urrazza scrivono 23 serie di numeri, che indicano le date dei treni partiti dal binario 21 verso i lager nazisti, quante persone partirono e quante tornarono.

A queste, gli spettatori ne potranno aggiungere altre per loro significative. Domani, invece, alle 19.30, il Politecnico ospita una performance di poetry slam condotta da Davide Passoni, mentre alle 21.00 alla Camera del Lavoro Il Teatro della Cooperativa mette in scena Matilde e il tram per San Vittore.

Sabato alle 11.00, visita su prenotazione dei Bunker Breda di Sesto San Giovanni, mentre nel pomeriggio al Carcere di San Vittore la Compagnia Campoverde Ottolini invita a rappresentare con un gioco La resistenza di Ida ed Armando.

Gli itinerari. Partendo dall’Hotel Regina, sabato e domenica, l’associazione Sui passi della storia propone un itinerario in luoghi simbolo del centro. Sabato alle 21.00 e domenica alle 18.00, Nudoecrudo Teatro offre lo spettacolo itinerante Stele: dal Piccolo Teatro Grassi, camminando per la città, si sentono in cuffia voci e suggestioni che richiamano quel periodo storico.

Domenica, alla Sinagoga centrale, Giovanni Rubino aiuta il pubblico a realizzare opere con la tecnica del frottage sulla lapide delle vittime della Shoah. Dalle 14.00 alle 20.00 al parco Sempione Franco Mazzucchelli e Cramum realizzano sculture gonfiabili intitolate La gioia della riappropriazione 1975-2019. Maggiori informazioni con le mappe distribuite al festival e con le schede su me-mi.it.

«Consolidiamo il senso di appartenenza»
La direttrice Lucilla Tempesti: «Anche per noi è stata una scoperta»

«Non c’è alcun intento pedagogico, ma una volontà di condivisione». Così Lucilla Tempesti dell’associazione Nuvolanove racconta l’obiettivo del MeMi Fest, alla prima edizione.

Come avete scelto gli artisti?
«La commissione era eterogenea, composta da rappresentanti del Politecnico, del Comune di Milano, dalla fondazione Cdec (Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea), dall’Istituto Ferruccio Parri e da Nuvolanove. Abbiamo privilegiato le proposte che consentivano di avvicinare il pubblico ai luoghi della memoria, incoraggiandolo a interagire».

E i luoghi?
«Partendo dalla selezione fatta dalla Fondazione Cdec e dall’Istituto Ferruccio Parri. Abbiamo ristretto il campo a diciassette siti, portatori di storie poco o molto note, includendo posti facilmente accessibili e altri di solito chiusi al pubblico come il carcere di San Vittore».

Ci racconti…
«San Vittore era una delle tappe della deportazione degli ebrei. Grazie a MeMi si può vivere quello spazio e partecipare a una performance “ludica” con i detenuti».

I milanesi hanno bisogno di soffermarsi di più sulla storia della città?
«Ognuno ha una memoria personale, ma riconoscersi in una storia più ampia consolida il senso di appartenenza alla città».

L’installazione rappresentata al parco Sempione va oltre il decennio ’38-’48…
«Si, perché rappresenta la rinascita. Franco Mazzucchelli, con Cramum, ha voluto riproporre le opere da lui già realizzate nel 1975 sempre al Sempione, dove Antonio Greppi, primo sindaco del Dopoguerra, promosse la “Festa della fraternità e del popolo”».

Una storia poco nota riguarda Giuseppe Pagano: progettista di uno dei simboli dell’architettura fascista, la Bocconi, fu poi partigiano e morì nel lager di Mauthausen.
«Anche per noi è stata una scoperta. Sul sito di MeMi si può approfondire anche questa vicenda».


www.mitomorrow.it