Uscendo dalla metropolitana alla fermata Montenapoleone, la prima cosa che si nota è la fontana dedicata al Presidente della Repubblica Sandro Pertini: piace, non piace, bella o brutta, i milanesi si dividono al riguardo. Pochi metri più in là, il Grand Hotel et de Milan.
Famoso (anche) perché qui visse e morì Giuseppe Verdi, nasconde nella cantina dei vini un tratto di fondazione della cerchia muraria di età massimanea. Erano le mura che cingevano Mediolanum: oggi al loro posto una delle vie più famose di Milano, proprio la via Montenapoleone.
Dall’altra parte della strada a sinistra ecco la chiesa di San Francesco da Paola. Consacrata nel 1735 era, come da mappe dell’epoca, all’incrocio tra corso di Porta Nuova, l’attuale via Manzoni, e la contrada del Monte (indovinate un po’… l’odierna e già citata Montenapoleone).
Percorrendo un tratto di via Manzoni si arriva in via Romagnosi e poi subito in via Andegari: qui possiamo ammirare la fontana dei Tritoni. Costruita nel 1928 è troppo poco conosciuta, nonostante la posizione centrale. Una curiosità: le due statue ai lati della fontana si chiamano “Previdenza e Risparmio”; d’altro canto sono proprio a ridosso della sede storica della Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde, la Cariplo. Quali nomi migliori per le statue?
Proseguendo per via Andegari, si arriva in via Verdi e poco avanti ecco Leonardo in mezzo ad una piazza che non ha bisogno di presentazioni: da una parte Palazzo Marino, sede del Comune di Milano e dall’altra parte il Teatro alla Scala. Sulla sinistra invece il palazzo che ospitò un’altra banca, ma che oggi è la sede del Museo Gallerie d’Italia: qui la storia della nostra città la si può ammirare attraverso i tanti meravigliosi dipinti esposti.
CI VEDIAMO IN…
Palazzo Brentani
Palazzo Brentani, così come lo vediamo, è il risultato della ristrutturazione completata nel 1829. La firma del progetto è di Luigi Canonica, nome molto comune a Milano quando si parla di eccellenze architettoniche. Già dalla facciata, misurata ed ingentilita da tondi scultorei, entriamo nel mondo del puro rinascimento: nei tondi troviamo ritratti i grandi uomini italiani, da Leonardo ad Alessandro Volta.
E appena sotto, il balcone centrale: come ogni palazzo nobiliare affacciato sui viali principali da qui era possibile assistere a parate e alle sfilate d’ogni sorta. Ma questo balcone ha qualche cosa in più: tornando indietro nel tempo fino al 4 agosto 1848, dopo la battaglia di Custoza, Re Carlo Alberto è sconfitto ed in ritirata e si appresta a concedere l’armistizio agli austriaci.
Quando si sparge la voce che il Re sabaudo ha preso alloggio qui in Ca’ Brentana, mezza Milano corre a protestare sotto le finestre di via Manzoni. La situazione è rischiosa, tanto da consigliare a Carlo Alberto di affacciarsi sul balcone centrale, nel tentativo di placar la folla. Pessima scelta. Gli sibila accanto un colpo di fucile che lo manca per un soffio. Il resto è storia.
RETROBOTTEGA
Non solo per appassionati di pipa: Al Pascià
A dispetto del nome, la bottega Al Pascià è milanesissima. Passare per via Torino e non entrare qui, al civico 61, è perdere parte di quello che questa zona racconta. E non importa se non siete fumatori o appassionati di pipa: nella bottega trovate anche tanti altri prodotti davvero interessanti, tutti rigorosamente di alta qualità, ma soprattutto troverete le persone che ci lavorano.
Appassionati e coinvolgenti, vi racconteranno storie che vi lasceranno a bocca aperta: la loro e quella della zona, quella del palazzo che li ospita e non per ultimo, la storia di come nasce una pipa. Non bisogna essere necessariamente fumatori per apprezzare questo incredibile viaggio.
SE PARLA MILANES
In cà d’on galantòmm comanda la dòna e minga l’òmm
La traduzione letterale è in casa di un galantuomo comanda la donna e non l’uomo. Ennesima conferma che, al tempo, la moglie aveva la conduzione esclusiva della casa e veniva chiamata “resgiora” ovvero responsabile, reggitrice, dal latino “regere”. Indicazione questa del ruolo preminente che la donna svolgeva in famiglia.