Quando Milano soccorre il Lecchese, il racconto della Protezione Civile

Protezione Civile
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L’artiglieria pesante contro l’emergenza maltempo. Per contenere il disastro che si è verificato a Dervio, sono accorsi tantissimi volontari dall’hinterland milanese. Il Comune lecchese nelle scorse settimane è stato colpito infatti dall’esondazione del fiume Varrone. Sono stati centinaia i cittadini sfollati dalle loro abitazioni e quelli ricoverati in ospedale; e si sono accumulati inoltre danni per migliaia di euro.

A combattere contro questa emergenza, sul campo sono giunti diversi gruppi della protezione civile di Città Metropolitana. In prima linea le squadre di Cusano Milanino, Cinisello Balsamo, Novate Milanese, Melzo, San Giuliano Milanese, Segrate ma non solo. Le prime squadre sono partite nel pomeriggio di giovedì 13 e le operazioni sono andate avanti per giorni. I volontari hanno lavorato instancabilmente, dandosi il cambio senza sosta.

Da Cusano Milanino, sono arrivati a supporto anche due mezzi: un trasporto merce e un modulo ad alta pressione per la pulizia del fango. «Abbiamo domato il fango e buttato via tutto ciò che intralciava – ha spiegato Loris Munizza, coordinatore della protezione civile di Cusano Milanino -. L’ondata di piena ha riempito la zona con una colata di fango che ha sommerso tutto. Dopo aver rimosso il fango da strade e cantine, ci siamo occupati delle abitazioni private e, una volta rese accessibili, abbiamo trasportato fuori il materiale che andrà al macero.

Dopo due giorni di rimozione fango e detriti, nel periodo successivo le operazioni si sono concentrate sullo sgombero di box e cantine e sul lavaggio strade con i moduli ad alta pressione per evitare il sollevamento di polvere. Sul posto comunque erano presenti mezzi di qualsiasi genere, camion, ruspe, bobcat, autocisterne e spurghi». Dopo la conclusione della fase critica, i volontari si sono occupati degli sgomberi dei locali «ma anche dei lavaggi strade, con la rimozione dell’ultimo strato di fango», come ha sottolineato Munizza.

Anche i volontari di Cinisello hanno rimarcato l’importanza di «dare il massimo per aiutare gli abitanti di quella zona». E a loro è stato rivolto un ringraziamento particolare da parte del vicesindaco di Cinisello, Giuseppe Berlino: «Non sono solo un supporto prezioso per la nostra città, ma si dimostrano sempre operativi e pronti ad intervenire laddove c’è bisogno di aiuto – ha affermato -. Un sentito ringraziamento ai volontari, per aver aiutato e supportato la popolazione del lungolago lecchese colpita da nubifragi ed esondazioni».

«A Dervio abbiamo aiutato la popolazione a liberare le cantine, i garage e le strade dal fango portato dall’esondazione del torrente Varrone», hanno fatto sapere prontamente i volontari di Segrate. Sul posto anche il comitato di Novate Milanese: «Siamo partiti anche noi in aiuto di chi ha perso tutto, a causa dell’alluvione. Dopo l’attivazione da parte del Comitato di Coordinamento delle Organizzazioni di Volontariato di Protezione Civile della Città Metropolitana di Milano, sette nostri volontari con due mezzi sono partiti venerdì 14 giugno per Dervio in aiuto alla popolazione.

Abbiamo trascorso giorni a spalare fango e rimuovere detriti da cantine e box in collaborazione con altre squadre di volontari di protezione civile provenienti da tutta la provincia».

Dopo gli interventi a Dervio, numerose squadre si sono spostate a Primaluna, sempre nel Lecchese, dove sono state svolte le ultime operazioni. «Quando a Dervio la situazione è tornata alla normalità, ci siamo spostati in montagna, dove anche nei giorni successivi erano rimasti ancora un po’ di cantieri aperti – ha raccontato ancora Munizza, il coordinatore cusanese – abbiamo liberato il piazzale di un’azienda invaso dal fango, poi ci siamo spostati per un’arginatura da rinforzare».

«A Primaluna, altro paese del lecchese colpito dall’alluvione, abbiamo liberato i tombini dal fango perché le tubazioni dell’acquedotto sono tutte otturate – hanno annunciato i volontari di Segrate -. In via San Rocco, incredibilmente, l’unica cosa risparmiata dalla furia dell’acqua è stata la cappelletta dedicata alla Madonna». «I danni sono stati ingenti ma il sistema ha risposto con tanta prontezza. Grazie al grande lavoro svolto da tutto il sistema di protezione civile per aiutare le comunità», il commento del capo dipartimento della protezione civile Angelo Borrelli, al termine del sopralluogo nella zona.


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