Secondo un’analisi di Palazzo Marino del 2020, sono ben 88 i quartieri che esistono attualmente a Milano. Ognuno ha la propria storia, la propria entità e le proprie caratteristiche che lo rendono unico e speciale. A volte basta spostarsi di poco per vedere realtà geograficamente vicine ma molto diverse tra di loro. Sappiamo poi che ci sono delle zone più famose e frequentate, altre meno e altre ancora praticamente sconosciute ai più. La nostra città offre, senza dubbio, un’ampia varietà anche in questo senso. Esistono quartieri di cui molti non sono a conoscenza. Ma quali sono esattamente? Ve ne elenchiamo 5.
I 5 quartieri meno conosciuti a Milano: ecco quali sono
Nel nostro elenco dei 5 quartieri meno conosciuti a Milano partiamo subito con il piccolo Assiano. La località rurale, posta all’estrema periferia occidentale della città (oltre la tangenziale), amministrativamente appartiene al Municipio 7. Fino al 1841 costituiva un Comune autonomo. Oggi Assiano è quel che resta di un antico esteso borgo cascinale con numerose case piccole e piene di finestrelle. Una volta qui sorgevano tante botteghe artigiane a servizio degli abitanti del borgo e delle attività agricole presenti in tale area.
Il borgo avrebbe origini romane, secondo quanto testimoniato da un’antica lapide attualmente conservata nel Museo Archeologico del Castello Sforzesco. Su tale lapide, ritrovata nel territorio di Baggio, si legge la scritta Axilianum, Assiano in latino. Poco è rimasto di quello che c’era un tempo come i tre fontanili che venivano utilizzati per irrigare i campi: il Curora, l’Orenella e il Branzino.
Un secondo quartiere milanese poco conosciuto è Campo dei Fiori. Può sembrare strano ma lo abbiamo anche noi: non esiste solo a Roma! Stiamo parlando di un complesso residenziale che fa parte del Municipio 8, tra Villapizzone e Ghisolfa. Fu costruito nel 1919 dall’Istituto Autonomo Case Popolari per rispondere alle crescenti necessità abitative dell’epoca. Si trattava, sostanzialmente, di un villaggio di villette monofamiliari situate in vie che portavano ciascuna il nome di un albero. Da qui la decisione di chiamare il quartiere in tal modo.
Dopo la Seconda guerra mondiale l’area fu soggetta ad importanti cambiamenti. Le villette vennero definite “inadeguate” e si decise un nuovo piano urbanistico, non senza l’opposizione degli abitanti. Le casette vennero demolite e vennero costruiti edifici residenziali di più ampie dimensioni, messi subito in vendita ai privati. L’area più interna dell’ex villaggio non venne però edificata per svariati anni e rimase abbandonata. In seguito si decise di trasformarla in un parco che fu dedicato poi allo scrittore Giovanni Testori, che qui ambientò alcuni dei suoi scritti.
I 5 quartieri meno conosciuti a Milano: da Taliedo a Acquabella
La nostra lista dei 5 quartieri meno conosciuti a Milano prosegue con Taliedo che, fino ai primi del Novecento, era una zona ricca di orti e di cascine. Ora si trova nel Municipio 4 e deve il suo nome all’omonima cascina che si trovava in tale zona. Il nome ha una derivazione latina: viene da tilietum, tiglio. Un tempo questa area ne era piena. Oggi nel quartiere ha sede la maison del prestigioso marchio di moda Gucci. Prima vi erano grande fabbriche di automobili, oltre agli studi di alcune reti televisive importanti.
Segnano è il quarto del nostro elenco. Fa parte del Municipio 9, è compreso tra i quartieri di Greco, Bicocca e Prato Centernaro. Fino al 1863 era un Comune autonomo. Ne faceva parte anche Greco. Una volta che quest’ultimo fu fatto capoluogo del Comune, Segnano diventò una sua frazione. A seguire sono state inglobate entrambe le zone nel territorio del Comune di Milano.
Infine abbiamo Acquabella, che si trova tra il Municipio 3 e il 4. Anche lei prende il nome da un’antica cascina costruita nel XV secolo, la quale si chiamava così per via della presenza di un canale artificiale che arrivava fino all’attuale piazzale Susa. Il quartiere, in passato, era ricco di pozzi che portavano in superficie l’acqua fresca che scorreva in profondità. Nelle vicinanze erano state costruite diverse cascine e piccoli borghi agricoli. Il territorio era particolarmente rigoglioso.
Nell’Ottocento l’area cominciò ad industrializzarsi. L’arrivo della ferrovia cambiò molte cose. La Cascina Acquabella riuscì a resistere fino agli anni Cinquanta dello scorso secolo. Alla fine si decise di abbatterla per fare spazio a nuovi edifici.