Portinerie aperte: a Quarto Oggiaro si riscoprono i servizi

Quarto Oggiaro, via cogne
Quarto Oggiaro

«Lavorano quasi h24», racconta l’assessore ai Lavori pubblici e Casa Fabio Galesi, introducendo al prezioso lavoro svolto dai custodi sociali tra le case popolari di Quarto Oggiaro.

 

L’anarchia, a Quarto più che altrove, si è un po’ fatta norma negli anni. Ma la situazione sta cambiando, a partire dal settore abitativo. Soprattutto dopo l’arrivo di MM (Metropolitana Milanese) e con il piano della giunta Sala sulla ristrutturazione degli alloggi popolari. In ogni stabile, o quasi, oggi c’è almeno un cantiere: «Ci sono più operai qui che in Finmeccanica», scherza Galesi.

Tra via Lopez e via Pascarella si è fatto un lavoro certosino, sgomberando autentici simboli dell’abusivismo anche grazie all’apporto dei custodi sociali. Per gli inquilini di via Lopez 6 si tratta di un costo di servizio di circa 30-35 euro al mese. Le prossime tappe già programmate? Via Gazzoletti 10 e via Capuana 7. Poi sarà la volta di via Capuana 3 e 4, via Jacopino da Tradate, via Beniamino Della Torre e via Lessona 42.

Il servizio di custodia sociale piace proprio a tutti, così come “piace” Galesi: mentre camminiamo, i buongiorno e le richieste di informazioni non mancano. A Quarto funziona anche così. «Questa ormai è casa mia».

Ci accoglie così Samanta Cocchiara, custode sociale di via Lopez 6, nel ristretto spazio in cui svolge con zelo il suo prezioso lavoro. Reduce dall’ennesima giornata iniziata all’alba, Samanta è un po’ intimorita dalle nostre domande. Timori che spariscono in un istante, come il centimetro di polvere (pare) non rimosso a dovere dal cortile. Gli inquilini ci interrompono spesso: vogliono tutti salutarla e parlare con lei.

Samanta Cocchiara
Samanta Cocchiara

Samanta, siete dipendenti comunali?
«Siamo dipendenti MM, lavoriamo per le case di proprietà del Comune: siamo parapubblici».

Come ha iniziato in questo settore?
«Io parto dai tempi della gestione della società romana Gefi, sono arrivata a Quarto Oggiaro nel 2006. Nel 2007 mi hanno assegnato via Lopez 6 con alloggio e guardiola, nel 2009 è arrivata Aler, infine MM nel 2014».

Le piace la definizione di custode sociale?
«Molto, i tre quarti del nostro lavoro riguardano il sociale. Abbiamo anche una parte che ci impegna con le pulizie, ma per il resto dobbiamo accudire e ascoltare gli altri. Questi cortili hanno bisogno di noi, viste le situazioni critiche e la tanta gente che vive sola. Siamo gli occhi, le orecchie e il cuore del nostro cortile, ci prendiamo carico di tutto».

Avete rapporti con le altre realtà di quartiere?
«Lavoriamo con gli assistenti sociali di via Aldini, ci conoscono. Ci sono loro, c’è il Comune, ci siamo noi. Abbiamo sottoposto tante segnalazioni. La nostra responsabilità non finisce mai: dovrebbe avere un limite, perché non tutto è di nostra competenza. Ma se vedo il pericolo e la difficoltà io mi sento in dovere, in particolare nei riguardi degli anziani, di tutelarli anche da truffe e porta a porta molesti».

Differenze, a livello pratico, tra MM e Aler?
«Aler sembrava rappresentare novità e innovazione, ma le cose sono andate diversamente. MM, azienda tosta, ha cambiato le cose soprattutto per quanto riguarda l’inquilinato: sta raddrizzando tutti con rigidità e severità. Finalmente si parla di regole: un tempo era impensabile, ma da tre anni non cambio una serratura di portone. Stanno recuperando le morosità, fanno le decadenze, risanano i buchi».

Richieste particolari?
«Tutti chiedono cose assurde. C’è la signora che vorrebbe che lavassi e asciugassi in contemporanea e il tizio che ci prova con la mazzetta: tu sei la custode, tu puoi fare tutto».

Come si reagisce in questi casi?
«Nessuno è così stupido da perdere il posto di lavoro per cinquanta euro. Un tempo era quasi inutile segnalare occupazioni abusive, perché la situazione non sarebbe cambiata. Noi lavoratori abbiamo resistito a tutto questo portando addosso il marchio. Con MM il tasso di occupazione è prossimo allo zero: al massimo abbiamo aspettato tre settimane per uno sgombero, ma solo perché l’intenzione era di farlo con i crismi necessari e in modo da far recepire il messaggio».

La cosa che, più di tutte, sente di imparare ogni giorno facendo questo lavoro?
«Questo lavoro fa apprezzare la vita e ti rende consapevole di ogni fortuna. Ci sono genitori disperati perché non riescono a sostentare i figli e che arrivano a chiederti il chilo di pasta».

277
Le unità immobiliari del complesso

220
Le unità effettivamente abitate

2014
L’anno di arrivo di MM e il cambio di passo


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