Un nuovo capitolo per l’inclusione sociale e il reinserimento lavorativo si apre a Milano. Il Comune e il Tribunale per i Minorenni hanno siglato un accordo di collaborazione, alla presenza degli assessori Alessia Cappello (Sviluppo economico e Politiche del lavoro) e Lamberto Bertolé (Welfare e Salute), insieme alla presidente del Tribunale, Maria Carla Gatto. Questo patto, che riconosce il Comune come ente ospitante per i Lavori di Pubblica Utilità, offrirà a minori e giovani adulti autori di reato un’alternativa concreta alla detenzione.
Il progetto: lavoro come opportunità di recupero e reinserimento in società
L’accordo mira a favorire il recupero e la responsabilizzazione di giovani che hanno commesso reati, attraverso attività lavorative all’interno di diverse sedi comunali. Sono state individuate alcune strutture in cinque Direzioni del Comune – Giovani e Sport, Cultura, Servizi Civici, Welfare, Ambiente e Verde – dove i giovani coinvolti potranno svolgere lavori di pubblica utilità. Questa iniziativa rappresenta una svolta importante nell’approccio alla giustizia minorile, focalizzandosi su percorsi di riabilitazione e reinserimento sociale.
L’obiettivo principale è rendere effettiva la funzione rieducativa della pena, consentendo ai giovani di confrontarsi con il disvalore delle loro azioni e di maturare una nuova consapevolezza attraverso il lavoro. Il Comune garantirà la presenza di educatori professionali che accompagneranno i ragazzi in questo percorso, fornendo un supporto continuo per facilitare il loro reinserimento nella società.
Reinserimento: dove si svolgeranno i lavori di pubblica utilità
Le attività previste dall’accordo saranno distribuite su diverse sedi e ambiti operativi, offrendo ai giovani esperienze formative diversificate:
– Centri diurni per disabili: I ragazzi affiancheranno gli operatori nei compiti di intrattenimento, piccola manutenzione e logistica, favorendo la loro interazione con persone con disabilità.
– Museo di Storia Naturale: I partecipanti si occuperanno di inventariazione e catalogazione degli oggetti esposti, nonché di lavori di manutenzione e attività botaniche, promuovendo così un contatto diretto con la cultura e la storia.
– Laboratorio Agrozootecnico Rinnovata Pizzigoni: Qui i giovani potranno cimentarsi nel supporto alla cura degli animali e delle piante, imparando le basi delle pratiche agricole e zootecniche.
– Museo Botanico di Villa Lonati e Comunemente Verde: In queste sedi, i ragazzi saranno coinvolti nelle prime operazioni di scerbatura nelle serre comunali, sviluppando competenze nel campo della botanica e della manutenzione del verde.
– Cimitero Monumentale: In questo contesto, i giovani parteciperanno alle operazioni di pulizia, manutenzione ordinaria e supporto alla direzione per aspetti organizzativi, acquisendo esperienza in ambito logistico e gestionale.
Reinserimento in società: un progetto di inclusione sociale e responsabilizzazione
Il progetto si inserisce nell’ambito delle iniziative previste dal Patto per il Lavoro di Milano, che mira a promuovere politiche attive per l’inclusione sociale, l’occupazione e la formazione professionale delle persone coinvolte in procedimenti penali. Questo approccio, in linea con le direttive del Codice penale minorile, privilegia la giustizia riparativa rispetto alla detenzione, considerata un’ultima risorsa.
«Il protocollo firmato oggi rappresenta un passo importante per offrire ai giovani che hanno commesso reati nuove opportunità di recupero attraverso lavori di pubblica utilità – ha spiegato Alessia Cappello, assessora alle Politiche del Lavoro e Sviluppo Economico del Comune di Milano –. Vogliamo offrire loro un’alternativa concreta alla detenzione, permettendo di vivere un’esperienza formativa che può diventare un’opportunità di riscatto e crescita personale».
La giustizia riparativa come principio guida
L’assessore al Welfare, Lamberto Bertolè, ha sottolineato come questo accordo sia in linea con i principi della giustizia minorile, che predilige percorsi di responsabilizzazione e riparazione: «Un minore che commette un reato raramente ha fatto una scelta consapevole di delinquere. Per questo, il Codice penale minorile prevede che la detenzione sia solo l’ultima soluzione, puntando invece su percorsi di giustizia riparativa che permettono ai giovani di affrontare in modo costruttivo le conseguenze delle loro azioni».
Anche la presidente del Tribunale per i Minorenni di Milano, Maria Carla Gatto, ha espresso il suo apprezzamento per l’iniziativa, evidenziando come essa rappresenti un esempio virtuoso di collaborazione tra le istituzioni per facilitare il reinserimento dei giovani nel tessuto sociale. «Questa iniziativa mira a rendere effettivo il percorso di responsabilizzazione e formazione dei giovani entrati nel circuito della devianza, aiutandoli a trovare il loro posto nella società attraverso il lavoro».
Verso un nuovo modello di inclusione
L’accordo tra il Comune di Milano e il Tribunale per i Minorenni si pone come un modello innovativo di gestione delle pene alternative per i minori. Oltre a ridurre il rischio di recidiva, questo progetto promuove un’effettiva inclusione sociale, basata sul principio che il lavoro può rappresentare un potente strumento di cambiamento.
I percorsi proposti mirano a coinvolgere i giovani in esperienze concrete che possano stimolare una riflessione critica sui propri comportamenti, favorendo al contempo lo sviluppo di competenze utili per il loro futuro lavorativo. Questa iniziativa sottolinea l’importanza di una giustizia non solo punitiva, ma anche rieducativa e orientata alla costruzione di un nuovo inizio.
Una rete di sostegno per i giovani in difficoltà
Il Comune di Milano si impegna a garantire il supporto necessario affinché i giovani possano vivere questa esperienza come un’opportunità di crescita. L’accompagnamento degli educatori professionali sarà fondamentale per offrire un orientamento costante, permettendo ai ragazzi di comprendere il valore del lavoro e di sentirsi parte di una comunità più ampia.
L’accordo con il Tribunale per i Minorenni di Milano rappresenta, quindi, un importante passo avanti per costruire una rete di sostegno inclusiva, capace di offrire a questi giovani un vero percorso di riscatto e reintegrazione sociale.