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19. 04. 2024 08:22

I ristoratori sfidano il Dpcm: #ioapro, i locali riaprono per “cena”

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I ristoratori sono allo stremo delle forze. Così, per contestare i divieti imposti, in occasione dell’entrata in vigore del nuovo Dpcm, lanciano la campagna #ioapro. Il 15 gennaio compieranno un gesto di disobbedienza civile senza però trasgredire le norme:i clienti si siederanno ai tavoli ma non consumeranno. Sarà l’occasione per scattarsi una foto e solidarizzare con una delle categorie più colpite dalla pandemia.

La rivolta via social. Tutto ha origine da un’idea di Maurizio Stara, titolare del pub “Red Fox” di Cagliari, che ha lanciato un appello su Facebook.

«Non spengo più la mia insegna, io apro – si legge nell’appello -. La nostra è una protesta pacifica volta a dimostrare il nostro senso di responsabilità e la nostra capacità di rispettare e far rispettare le regole di prevenzione del Covid-19. Ai partecipanti è richiesto di accomodarsi al tavolo assegnato (non più di 4 persone per tavolo) e di rimanere seduti e composti. La mascherina andrà indossata per accedere al locale e per alzarsi per qualunque motivo. Una volta seduti potrà essere tolta, piegata e messa via. Non sarà possibile somministrare cibi e bevande, quindi consumarle in loco. Vi chiediamo di passare una mezz’ora con noi e di pubblicare un selfie con gli hashtag #nonspengopiùlamiainsegna e #ioapro taggandovi all’interno dal locale. Tutti i partecipanti verranno omaggiati con un piccolo ringraziamento d’asporto per la collaborazione. Grazie per il supporto».

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Il tam tam sui social è fortissimo, tanto che saranno previste adesioni in tutta Italia, anche a Milano. Si parla di circa 50mila ristoratori coinvolti. A plaudere all’iniziativa anche la Fipe Commercio, organizzazione di categoria di bar, ristoranti e locali d’intrattenimento.

«Io credo che il governo farebbe bene ad iniziare la settimana controllando il territorio invece di massacrare un settore che invece è già di suo massacrato – racconta il presidente Roberto Calugi -. È il caso di dire “basta”, la misura è colma. Se il governo vuole vedere centinaia di migliaia di persone che vengono in piazza a protestare verso modalità che sono incomprensibili, allora questo è il modo giusto. Non ne possiamo veramente più. Nessuno ci coinvolge e la mattina ci vediamo le notizie sui giornali»

 

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