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24. 04. 2024 06:11

Alla scoperta di Milano: l’ospedale liberty di via Buonarroti

La clinica Columbus nasce nella Villa Romeo Faccanoni, una perla d’architettura del ‘900

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Villa Romeo Faccanoni è un prezioso esempio di architettura liberty che si trova in via Buonarroti a Milano. Edificata all’inizio del ‘900 dall’architetto Giuseppe Sommaruga su committenza della famiglia borghese Faccanoni, è considerata il suo secondo progetto per ordine di importanza dopo Palazzo Castiglioni in corso Venezia.

Nel 1914 la costruzione della villa venne terminata. Edificata su tre piani per un totale di 337 metri quadrati era immersa in un grande giardino. Gli elementi di decoro che vediamo oggi sulla facciata sono quelli originali: le colonne, la scalinata, la torretta.

Commissione. Sul lato che dà verso il giardino sono state collocate le due statue femminili rimosse, nel 1914, dal portale di palazzo Castiglioni che per la loro provocante nudità fecero attribuire al palazzo di corso Venezia il soprannome di Cà di Ciapp. L’architetto Sommaruga diede un’impronta personale all’edificio con asimmetrie studiate per dare scorci e punti di vista particolari.

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Nel 1919 villa Faccanoni venne acquistata da Nicola Romeo, il fondatore dell’Alfa Romeo. Successivamente villa Romeo Faccanoni venne adibita a clinica privata prendendo il nome di clinica Columbus. Il progetto venne commissionato dalle Suore Missionarie del Sacro Cuore all’architetto Gio Ponti. Nel 1938 cominciarono i lavori di ampliamento che prevedevano l’aggiunta di un edificio sul retro della villa.

L’architetto realizzò la clinica seguendo l’idea di creare un ambiente domestico e confortevole che nulla avesse a che vedere con gli ospedali tradizionali dagli ambienti asettici e anonimi, un luogo dove il paziente poteva sentirsi una persona oltre che un malato.

Da New York. I lavori, con l’arrivo della guerra, vennero interrotti e ciò che era stato fatto fino a quel momento venne danneggiato con i bombardamenti del ’43. Ci volle ancora qualche anno dopo la fine del conflitto per arrivare all’inaugurazione: nel 1949 la Clinica Columbus aprì finalmente le sue porte. Per chi se lo stesse chiedendo il suo nome deriva dal Columbus Hospital di New York, fondato nel 1894 dalla missionaria Francesca Cabrini per soccorrere gli emigrati italiani.

Per le strade di Milano: Carlo Maciachini

Carlo Maciachini nasce a Induno Olona il 2 aprile 1818 da una famiglia molto umile. A vent’anni si trasferisce a Milano e lavora nella bottega dell’ebanista Carlo Invernizzi cominciando nel contempo a frequentare i corsi di architettura e ornamento presso l’Accademia di Brera.

Provato dalle ristrettezze economiche riuscì finalmente a diplomarsi architetto a 43 anni. Ebbe l’opportunità di incontrare eminenti personaggi del secolo. Nel 1857 realizzò il letto a baldacchino dove Francesco Giuseppe e la moglie, la principessa Sissi, dormirono quando vennero ospitati a Palazzo Reale di Milano.

Monumentale. A Trieste, nel 1869, realizzò la chiesa di San Spiridione con pianta a croce greca. Ma l’opera più importante da attribuire a Carlo Maciachini fu senza ombra di dubbio il Cimitero Monumentale di Milano. Camillo Boito, docente di architettura a Brera, fu determinante nella decisione di assegnare a lui il premio del concorso per la costruzione per il nuovo cimitero di Milano.

Il Cimitero venne inaugurato il 2 novembre 1866 e fu un’opera ambiziosa in stile eclettico con richiami bizantini, gotici e romanici. Col passare del tempo il Monumentale ha accolto creazioni di scultori quali Adolfo Wildt e Giulio Ulisse Arata, le spoglie di artisti come Gerolamo e Domenico Induno, di scrittori illustri come Alessandro Manzoni.

Chiese. Dopo il Monumentale Carlo Maciachini continuò ad occuparsi della costruzione e ristrutturazione di edifici funerari sia a Milano che in altre città della Lombardia. A Induno Olona mise mano all’ampliamento della Chiesa di San Giovanni Battista. Successivamente si occupò della riprogettazione della facciata del Duomo di Pavia, opera del Bramante.

Costruì poi la sua stessa abitazione in via Turati che però venne distrutta dai bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale. Carlo Maciachini morì il 10 giugno 1899 e venne tumulato nel Cimitero Monumentale. A lui è stato dedicato il piazzale sulla circonvallazione di Milano.

Se parla milanes

Chi è de l’art, ne po’ parlà, letteralmente “chi è del mestiere, ne può parlare”. Un vecchio detto la cui validità non ha tempo. Ieri come oggi infatti è fin troppo facile sentire persone esprimersi per sentito dire o solo per fare bella figura. Purtroppo spesso senza nessuna nozione pratica sull’argomento.

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