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25. 04. 2024 08:09

Le finestre sul cortile, voci e storie di quarantena dalle case popolari

Su Shareradio in onda voci e storie di quarantena dalle case popolari: difficoltà, sforzi e bellezze propulsive di una Milano spesso sommersa

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Le finestre sul cortile. Un piccolo grande capolavoro: come il film di Hitchcock, cui il titolo strizza l’occhio. In effetti, anche qui la regia è niente male. L’apoteosi della soggettiva, oggi come allora.

 

Le finestre sul cortile, storie dalla quarantena

L’idea. Le finestre sul cortile è un programma in onda tutti i martedì alle 18.30 su shareradio.it, la webradio metropolitana che in queste settimane di serrata da emergenza coronavirus continua la sua missione di sempre, promuovere coesione sociale a Milano, aumentando gli sforzi e aprendosi al racconto della città, mettendo il microfono nelle mani di tutti coloro che hanno qualcosa da dire.

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A promuovere l’iniziativa è la stessa Shareradio, assieme a Super, il festival delle periferie, con il sostegno dei fondi 8 per mille della Chiesa Valdese e in collaborazione con Metropolitana Milanese, cui è affidata la gestione del patrimonio immobiliare pubblico del Comune di Milano.

Già, perché le finestre del titolo sono quelle delle case popolari: quasi sempre citate come emblema del degrado delle periferie, ma, in realtà, anche terreni fertilissimi in cui germogliano semi di rara bellezza (la rassegna estiva Scendi, c’è il cinema ne è uno dei tanti esempi).

Format. In un momento in cui, proprio come il fotoreporter protagonista della pellicola hollywoodiana, siamo costretti a casa, Le finestre sul cortile punta l’ideale binocolo verso i vicini di casa per (far) raccontare la vita delle case popolari in questi difficili giorni di quarantena. In ogni puntata vengono intervistati alcuni abitanti e, a seconda dei temi trattati, sono coinvolti ospiti esterni.

Si raccontano esperienze solidali nate in queste settimane, come la spesa sospesa o la produzione di mascherine per i quartieri, si danno notizie aggiornate, si fa il punto su servizi utili, strumenti per la scuola, suggerendo attività per riempire la giornata.

Tassello dopo tassello, si compone un mosaico di voci, storie e temi: una grande narrazione collettiva, che si tiene a debita distanza dalle polemiche, fortemente e inevitabilmente calata nel presente, ma che guarda al futuro.

Con un invito: durante le dirette, posizionare le casse dello stereo o il pc davanti alla finestra e alzare il volume, in modo che le persone si affaccino ai balconi in una sorta di flash mob settimanale.

Le finestre sul cortile, l’intervista

«A emergenza finita, dirette live nei cortili»
Federica Verona (SUPER): «Un’ora d’aria e di libertà»

Federica Verona
Federica Verona

«È un modo per provare a raccontare la storia sommersa di Milano, spesso lontana dai giornali e dai social network, mettendo al centro l’umanità delle case popolari, valorizzando il mutuo aiuto, la socialità e la forza dell’unione».

Così a Mi-Tomorrow Federica Verona, creatrice di Super (iosonosuper.it), il festival permanente e itinerante che dal 2015, attraverso l’associazione TumbTumb, ascolta, racconta e valorizza il mondo delle periferie milanesi.

Come è nata l’idea?
«Parlando al telefono con Nicola Mogno e Alberto Nigro di Shareradio, con cui in passato ho più volte collaborato. Raccontavo loro la mia ossessione in queste settimane di clausura».

Cioè?
«Il pensiero per chi è meno fortunato e vive magari in alloggi piccoli e poco confortevoli, non può farsi la spesa o ha una famiglia numerosa e fatica a gestire i figli. Da qui l’idea di un programma per e con le case popolari, un mondo che nessuno o quasi racconta».

Un racconto a distanza, ma che punta sulla vicinanza…
«Sì. Nicola e Alberto conducono la diretta dalle rispettive abitazioni, mentre io prima intervisto gli inquilini, grazie anche ai contatti preziosi forniti da MM».

Di cosa parlate?
«Un po’ di tutto e cercando di cambiare punto di vista: più che concentrarsi sulle difficoltà (note) di vivere in questi contesti, vogliamo costruire un’ora d’aria per gli inquilini, raccontando la loro quotidianità e dando voce a tutti coloro che hanno voglia di esprimersi».

Poi?
«Ospitiamo contributi di ospiti esterni, che donano pillole dei rispettivi saperi: da Xavier Iriondo degli Afterhours, che ci parla di come costruire in casa uno strumento, alle letture proposte dalla Libreria del convegno; dai consigli sulle app gratuite da scaricare al corso a distanza di fotografia. Stanno arrivando tante idee e proposte».

E la musica?
«C’è. Il palinsesto musicale è modellato sulle dediche che gli ascoltatori fanno in diretta. Al progetto ha aderito anche JazzMi, che ci regala ogni settimana un brano dei suoi musicisti».

Iniziativa destinata a durare anche a isolamento finito?
«L’idea è quella. Ci piacerebbe raccogliere contributi per poter sviluppare il progetto. In futuro vorremo portare fisicamente il programma, gli ospiti e i musicisti nei cortili delle case popolari per creare un momento d’intrattenimento più ravvicinato. La raccolta dei podcast delle puntate sarà, poi, un modo per storicizzare e valutare l’impatto di un’emergenza simile sugli abitanti delle case popolari».

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