Tamponi dalla Cina: la comunità cinese acquista kit per Milano

Tamponi dalla Cina- la comunità cinese acquista kit per Milano
Tamponi dalla Cina- la comunità cinese acquista kit per Milano

Una fornitura di tamponi dalla Cina per contribuire alla lotta contro il coronavirus. E’ l’iniziativa che trova impegnata la comunità cinese di Milano che, nonostante le difficoltà che attraversa, vuole offrire un aiuto alla sanità. Emanuela Troisi, direttore del Il Filo di Seta rivista ufficiale edita in collaborazione con l’Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese in Italia, spiega a Mi-Tomorrow i contenuti dell’iniziativa.

 

Come si vive oggi a Chinatown?
«Solitamente via Sarpi è vivace, molto trafficata con tanta gente. Oggi sembra di essere su Marte, è tutto vuoto, i negozi sono chiusi, vivo qui da 48 anni e non ho mai visto una cosa del genere».

Qual è lo stato d’animo più diffuso?
«C’è preoccupazione perché non si sa quanto durerà questa situazione».

Come sta reagendo la comunità?
«Con senso di responsabilità, la serrata non è imposta dalle autorità, si tratta di una libera scelta: anche di giorno è tutto chiuso nonostante la possibilità di tenere aperto».

Forse si vive un senso di colpa.
«Direi di no. La notizia di quanto sta accadendo in Cina si è diffusa prima del Capodanno cinese, per cui la maggior parte di coloro che voleva partire in Cina è rimasto a Milano. Quei pochi che sono tornati sono andati in quarantena: è stata una loro scelta, la comunità ha messo loro a disposizione un residence».

Qual è allora il sentimento dominante?
«C’è tristezza, basti pensare che ci sono persone partite e rimaste bloccate in Cina, io stessa ho due studenti bloccati da prima del Capodanno».

Nei confronti della comunità cinese prevale la solidarietà, espressa dalle autorità e da tanti milanesi, o la diffidenza?
«Ci sono entrambe le spinte. Le occasioni di incontro e confronto sono state tantissime, cito un bell’esempio: la comunità ha organizzato una raccolta di fondi per le persone colpite in Cina e sono arrivate donazioni anche dagli italiani. Ci sono state, però, anche altre scene, altri comportamenti di segno ben diverso».

In cosa consiste l’iniziativa contro il coronavirus?
«E’ una raccolta di fondi per comprare materiale di carattere sanitario, tra cui i tamponi acquistati dalla Cina che possiedono caratteristiche particolari».

Quali?
«Rispetto a quelli in uso in Italia forniscono una risposta in tempi molto più rapidi».

Quando si potranno utilizzare?
«Ci sono due passaggi da compiere. Stiamo aspettando una risposta dalle istituzioni sanitarie, ovvero dall’ospedale Sacco, per sapere se si possono utilizzare anche in Italia».

L’altro passaggio?
«Qualora arrivi una risposta positiva la donazione va effettuata nei confronti della Regione Lombardia dove abbiamo come interlocutore l’assessore al Welfare Giulio Gallera».

Quanti tamponi siete in grado di acquistare?
«Tanti, è una donazione importante. Se arriva il via libera vedremo di fare arrivare anche più di un carico».

Come vive la comunità questo gesto di generosità?
«Non è solo solidarietà ma anche consapevolezza che facciamo parte tutti della stessa realtà, che viviamo tutti assieme».

La comunità cinese non è mai stata integrata in pieno: questa vicenda può dare una svolta?
«Ci sono sempre state difficoltà di interazione e di integrazione. Nei momenti di crisi nascono opportunità, forse condividere un disagio comune può aiutare a superare certe distanze».


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In linea con le disposizioni e le raccomandazioni divulgate dal Ministero della Salute e da Regione Lombardia -, da lunedì la comunità cinese di Milano ha deciso di sospendere le attività commerciali. «L’iniziativa – come spiegano da via Sarpi – è volta a dare un concreto contributo alla tutela della salute di tutti e non ha nulla a che vedere con il timore che vi sia presenza di persone portatrici del virus e/o contagiate dallo stesso tra i titolari e i dipendenti delle attività».

La comunità cinese in via Sarpi è la più antica della città, ha avuto inizio intorno al 1920 con una massiccia immigrazione dalla regione dello Zhejiang, soprattutto dalla città di Wenzhou, dalla quale proviene circa il 90% delle persone cinesi residenti in Italia. Al momento sono circa diecimila i residenti nel quartiere, anche se la presenza dei cinesi in città è molto più articolata raggiungendo quasi tutti i quartieri.

Tamponi dalla Cina- la comunità cinese acquista kit per Milano
Tamponi dalla Cina- la comunità cinese acquista kit per Milano