8.1 C
Milano
23. 04. 2024 22:06

A Milano… sulle tracce del Verziere

Prima di arrivare in via Lombroso i mercati generali di Milano hanno toccato diverse zone di Milano: da piazza Santo Stefano a largo Augusto, fino a largo Marinai d’Italia, in mezzo a mille anni di storia

Più letti

verziere
verziere

Verziere, celebre a Milano e reso celebre in tutta Italia dalla figura di Carlo Porta, uno dei più grandi poeti del dialetto milanese che vi ha dedicato il poemetto monologico La Ninetta del Verzee ha dato voce ad un mondo ignoto alla letteratura. Ha saputo mettere in scena i drammi personali e le disavventure dei popolani che, con la sua penna, rende protagonisti di confessioni memorabili. Oggi è il nome di una strada situata proprio dietro al Santuario di San Bernardino alle Ossa a pochi passi dal Duomo.

 

 

Le tre parole di oggi? Scoprile in newsletter!

A Milano… sulle tracce del Verziere

Mercato. Mille anni fa il Verziere era il mercato milanese dove era possibile acquistare frutta, verdura, fiori e svariati altri generi alimentari. Il primo mercato si trovava in piazza Santo Stefano, poi, nel XIII secolo, venne spostato nella zona che oggi è compresa tra piazza Duomo, dove si trova l’Arcivescovado, e piazza Fontana. A quell’epoca il Duomo non esisteva ancora, al suo posto c’era il Battistero di San Giovanni alle Fonti in stretta vicinanza con la Basilica Vetus (diventata poi Cattedrale di Santa Maria Maggiore) e con la Basilica Maior (Basilica di Santa Tecla). Il Battistero venne abbattuto nel 1354 per volere di Azzone Visconti e fu da allora che qui fu collocato il Verziere.

Santo Stefano. Nel 1776 il mercato tornò in Piazza Santo Stefano perché la sua vicinanza all’Arcivescovado stonava: ci voleva più decoro. Il governatore generale della Lombardia austriaca, Karl Joseph von Firmian, decise per questo spostamento perché voleva più sobrietà. Nel 1966 in questa piazza è stata collocata una statua di Carlo Porta (1775-1821) in memoria alla sua importante figura. Nella seconda metà dell’Ottocento il Verziere era ormai un mercato importante, si era ingrandito arrivando ad occupare la strada che portava all’antica Porta Tosa (situata dove oggi si trova l’incrocio tra via Francesco Sforza e via Cesare Battisti) fino ad arrivare all’attuale largo Augusto nei pressi della colonna del Redentore, oggi conosciuta come Colonna del Verziere.

verziere
verziere

Monumento. La colonna nacque, secondo il volere dell’arcivescovo Carlo Borromeo, come monumento ex voto per la cessazione della peste del 1577. La sua costruzione non fu immediata, si protrasse nel tempo a causa di controversie e ritardi, venne infatti ultimata nel 1673 con la collocazione del Cristo Redentore, scolpito da Gian Battista Vismara. 

Parco Vittoria. Nel 1911 il Verziere cambiò nuovamente collocazione. Si spostò nel Parco Vittorio Formentano all’altezza dello scalo merci di Porta Vittoria, nell’area di Largo Marinai d’Italia. Prima dello svolgersi delle cinque giornate di Milano in questo luogo il Maresciallo Radezky aveva posto un suo fortino. Per il Verziere la vicinanza della stazione fu determinante perché permise un ampliamento del mercato con un aumento dei venditori e dei compratori. Il Verziere cambiò nome, diventò il Mercato Ortofrutticolo. Nel 1959 la vendita venne aperta anche al pubblico, nella giornata di sabato. Fino ad allora era possibile acquistare solo all’ingrosso.

Attuale. Nel 1965 il mercato vide il suo ultimo trasferimento: si spostò in via Lombroso e il suo nome cambiò in Mercati Generali dove tutt’oggi è possibile andare a comprare dell’ottima frutta e verdura.

Ci vediamo in… Biblioteca Trivulziana

La Biblioteca Trivulziana, costituita da circa 180mila volumi, si trova nei locali del Cortile della Rocchetta al Castello Sforzesco. E’ stata annessa all’Archivio Storico Civico nel 1935 quando il Comune di Milano acquistò la preziosa biblioteca privata dei Trivulzio, nobile famiglia milanese.

Libri antichi. Il codice più antico risale all’VIII secolo. Qui è conservato il Libretto di Appunti di Leonardo da Vinci del 1487 dove sono riportati studi di fisiognomica, di strumenti meccanici, di macchine belliche, bozzetti architettonici e liste di vocaboli. Vi è poi la raccolta completa delle edizioni quattrocentesche della Divina Commedia di Dante Alighieri e un manoscritto dell’opera risalente al 1337, copiato a Firenze da Francesco di Ser Nando da Barberino. E’ conservata una rara edizione del Canzoniere e dei Trionfi del Petrarca in lingua volgare stampata a Padova nel 1472. Inoltre, vi è una raccolta di preghiere intitolata Il Liber IesusLa Grammatica del Donato e dei libri di educazione scritti a mano da rinomati miniatori come Giovanni Ambrogio de Predis e Giovanni Petro Birago. Preziosa la raccolta Bianconi, costituita da circa quattrocento disegni di architettura. Carlo Bianconi era il segretario dell’Accademia di Brera nel 1778 e conservò, oltre ai disegni, anche alcune incisioni di diversi edifici milanesi costruiti tra il XIV e il XVIII secolo. Di notevole pregio l’Editio princepes del De Cavitate Dei di Sant’Agostino realizzata nel 1467 a Subiaco.

Dal ’43. Il patrimonio della Biblioteca Trivulziana è immenso, pur avendo subito un notevole impoverimento dai bombardamenti dell’agosto 1943. Nonostante il preventivo trasferimento di buona parte della collezione nei rifugi di Sant’Angelo Lodigiano e di Sondalo in Valtellina nella sede rimasero alcuni esemplari per motivi di studio e, purtroppo, a causa di quel bombardamento, sono andati distrutti. Nel 1978 è nato un Laboratorio di Restauro di libri annesso all’Archivio Storico Civico e alla Biblioteca Trivulziana grazie a cui viene garantita un’adeguata conservazione dei volumi tramite interventi di restauro tempestivi.

biblioteca trivulziana
biblioteca trivulziana

Retrobottega: la milanesità a 360 gradi, Arlati

Premiata Trattoria Arlati nasce nel lontano 1936 da Luigi e Modesta Arlati che decidono di abbandonare il lavoro in Pirelli per buttarsi in questa nuova avventura. La trattoria apre all’angolo tra viale Sarca e via San Glicerio. Modesta sta in cucina e Luigi accoglie i clienti in sala.

Le guerra. Con l’arrivo della guerra si prospettano tempi duri. I due riescono faticosamente a tirare avanti anche grazie a qualche amico impiegato in Pirelli che, facendo la spola tra Milano e la Brianza, riesce a rifornirli di formaggio, uova, salame e carne in barba alle tessere annonarie.

Via Nota. Nel 1947 la Premiata Trattoria Arlati si trasferisce in via Nota e accoglie l’arrivo di Mario, terzo figlio di Modesta e Luigi. Tutti i giorni Modesta alle 5.00 del mattino è operativa. Prepara il brodo, l’ingrediente principe di tutti i piatti della cucina milanese, e poi nervetti, risotti, ossibuchi, stracotti, minestroni, vitel tonnè e cotolette. Alle sei arriva il trenino dalla Brianza con migliaia di lavoratori che vengono alla trattoria per scaldarsi con tazze di grigioverde e bianchin sprusà.

I figli. I figli crescono e Mario sarà quello che prenderà le redini della Premiata Trattoria Arlati. Mario vuole dare una nuova impronta al locale trasformandolo da osteria di periferia a ristorante di tendenza per il mondo artistico e culturale di Milano. Nel 1973 la Premiata Trattoria Arlati diventa il primo locale meneghino dove si suona musica dal vivo. Da qui passano nomi come Renato Zero, i Formula 3, Lucio Battisti, Gli Area e Loredana Bertè. Nel 1994 alla direzione subentra Leopoldo Arlati che, da una parte, dà continuità alla trattoria come luogo di culto milanese e dall’altra contribuisce alla sua crescita.

Premi. Nel 2006 il sindaco di Milano Gabriele Albertini consegna l’onorificenza dell’Ambrogino d’Oro alla Premiata Trattoria Arlati per essere diventata la cucina milanese più antica di Milano con la stessa gestione familiare. Nel 2014 riceve il diploma con Medaglia d’Oro – Milano Produttiva per i suoi oltre 40 anni di attività da parte della camera di Commercio di Milano. L’anno successivo il Comune di Milano le conferisce il titolo di Bottega Storica.

trattoria arlati
trattoria arlati

Se parla milanes

Chi fa falla

Tradotto: “Chi fa, sbaglia”. A differenza di quanto si possa pensare, questo modo di dire non se la prende con chi ha sbagliato, ma con chi critica chi fa. E’ infatti possibile sbagliare quando si fa qualcosa, mentre tutti coloro che non fanno niente sono sicuri di non sbagliare mai. Tranne quando criticano.

In breve

FantaMunicipio #27: quanto ci fa bene l’associazionismo cittadino

Pranzi, musica, poesia, arte, intrattenimento, questionari, flash mob e murales: tutto all'insegna dell'associazionismo cittadino e delle comunità che popolano...