Una piattaforma di apprendimento autonomo in grado di calcolare per ogni individuo – sulla base di una serie di indicatori clinici e diagnostici – la probabilità di sviluppare le forme più gravi di Covid-19, permettendo così interventi sanitari mirati e tempestivi e riducendo l’impatto sul sistema sanitario.
Coronavirus, un aiuto dall’intelligenza artificiale
È l’obiettivo del progetto AI-SCoRE (Artificial intelligence – Sars covid risk evaluation) ideato da Carlo Tacchetti e Antonio Esposito, docenti dell’Università Vita-Salute San Raffaele, e sviluppato in collaborazione con Microsoft e Nvidia.
Dati e pandemia. La raccolta dei dati di oltre duemila pazienti – reclutati fra San Raffaele, ospedale Bolognini di Seriate e Centro cardiologico Monzino – è già iniziata, così come la costruzione dell’infrastruttura software su cui poggerà l’algoritmo.
AI-SCoRE non permetterà soltanto di affrontare in modo più efficiente ed efficace la Fase 2 della pandemia da Covid-19, ma potrebbe avere implicazioni in molti altri contesti in cui è fondamentale stratificare il rischio sanitario.
«Nella Fase 1 non abbiamo potuto identificare con anticipo le persone più fragili tra i pazienti con i primi sintomi della malattia – spiega Tacchetti -. Vogliamo poterlo fare in modo preciso e veloce, perché solo così potremo capire chi sono i soggetti che, una volta infettati, necessitano di cure tempestive, anche in assenza di sintomi gravi».
Diagnosi precoce. Il nuovo coronavirus è altamente contagioso. Tuttavia, nonostante l’ampia diffusione del virus e la sua capacità di mettere in ginocchio interi sistemi sanitari, soltanto una piccola percentuale di pazienti – intorno al 5-10 per cento – sviluppa le forme più gravi della malattia.
Spesso queste forme hanno un decorso rapido e imprevedibile che portano il paziente a passare da una sintomatologia blanda a una grave insufficienza respiratoria nel giro di pochissimo tempo.
L’obiettivo del progetto è quindi duplice: da un lato riconoscere nella popolazione generica le persone a maggior rischio di sviluppare le forme gravi di Covid-19 se infettate dal virus, quelle da proteggere maggiormente; dall’altro riconoscere tra i pazienti che mostrano i primi sintomi quelli che avranno la prognosi peggiore.
Il progetto partirà da questo secondo obiettivo, con un algoritmo di intelligenza artificiale che integrerà immagini diagnostiche, parametri clinici e di laboratorio, stato infiammatorio, e profilo genetico del paziente e del virus.
La piattaforma tecnologica è basata sulle ultime innovazioni Microsoft per l’analisi dei dati e l’intelligenza artificiale e permetterà di raccogliere, elaborare, gestire e utilizzare in totale rispetto della privacy dati eterogenei, provenienti da più fonti, per fornire al personale medico e di ricerca informazioni tempestive e dettagliate utili a supportarne la fase decisionale e i processi necessari per rispondere alle varie fasi dell’emergenza.
Il progetto prevede tre fasi principali: una prima fase di raccolta e omogeneizzazione dei dati di oltre duemila pazienti ricoverati nelle scorse settimane e di cui si conosce la prognosi; una seconda fase di sviluppo e implementazione dell’algoritmo, che verrà “allenato” per imparare a combinarli in modo “intelligente” per predire il rischio del singolo paziente, e una terza fase di test e validazione del prodotto su una seconda coorte di pazienti e in eventuali studi prospettici.