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18. 04. 2024 14:14

Camici bianchi di zucchero filato per i piccoli pazienti, Buccellati: «Con un libro scacciamo le paure di cure ed esami»

Il libro aiuta i bambini (e i genitori) negli ospedali milanesi. Buccellati, presidente dell’Associazione per il Policlinico Onlus: «Vorremmo portare il progetto ovunque»

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Un ospedale fantastico con amici medici e infermieri che aiutano a guarire i piccoli pazienti, dove il sorriso e la fantasia sono le armi vincenti per affrontare la malattia. Camici bianchi di zucchero filato è questo, un libro che raccoglie racconti per bambini, scritto da Agnese Bizzarri ed edito da Edizioni Altravista, per permettere ai più piccoli di superare la paura delle cure e del ricovero in ospedale. Il progetto, di Associazione per il Policlinico Onlus con il patrocinio di Fondazione Cariplo, permetterà di donare questi libri in tre reparti pediatrici milanesi, Fondazione De Marchi all’interno del Policlinico di Milano, l’Ospedale dei Bambini Vittore Buzzi e la Casa Pediatrica dell’Ospedale Fatebenefratelli.

«Tutto nasce dall’incontro con l’autrice Agnese Bizzarri a cui ho suggerito di scrivere dieci favole che aiutassero i bambini a togliersi alcune paure canoniche, come il camice bianco, l’ago o la risonanza magnetica. Dopo la pubblicazione del libro è partito il progetto», afferma a Mi-Tomorrow Claudia Buccellati, Presidente dell’Associazione per il Policlinico Onlus.

Camici bianchi di zucchero filato aiuta i bambini negli ospedali milanesi, Buccellati: «Vorremmo portare il progetto ovunque»

Camici bianchi di zucchero filato

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Il progetto parte da alcuni ospedali pubblici milanesi.
«Sì, doneremo i libri ai reparti pediatrici e faremo delle letture insieme ai genitori. La cosa importante è che questo diventi un mezzo di comunicazione e di aiuto per i pazienti. Secondo me Camici bianchi di zucchero filato è un libro che aiuterebbe anche i grandi.»

Per ora coinvolgerete tre ospedali e in futuro?
«Il progetto da Milano vorrei portarlo in tutta Italia e far tradurre il libro anche l’estero».

Perché un libro?
«Abbiamo scelto il libro e non una chiavetta perché è uno strumento che unisce, verrà messo anche negli ambulatori pediatrici e i piccoli possono anche portarlo a casa».

Quali sono le esigenze principali di questi reparti?
«A Milano la situazione è ottima nell’approccio alla malattia, con i bambini ci vuole attenzione e conoscenza.»

In che modo?
«Per esempio al Policlinico i bambini vengono distratti grazie a dei disegni lungo il percorso per fare la TAC. In campo pediatrico siamo avanti, così non è invece per gli adulti»

Perché?
«Il trinomio luce, colori e suoni non viene valutato per gli adulti, ma questo è solo un esempio. Creare un ambiente migliore fa star bene anche chi lavora in ospedale e questo non è da sottovalutare.»

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