Carlo Signorelli: «L’igiene personale e il buon senso possono fare molto»

«L’igiene personale e il buon senso possono fare molto». Signorelli (San Raffaele): «Questa patologia non crea allarme alle persone in salute»

carlo signorelli
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Intervista a Carlo Signorelli. I contagi da coronavirus sono in aumento, il numero delle vittime sale. È così esplode più che mai la paura, che sta diventando una vera e propria psicosi. Fra supermercati presi d’assalto, confezioni di disinfettante introvabili o vendute a peso d’oro sui canali di ecommerce, e mascherine diventate improvvisamente merce rara.

 

Carlo Signorelli, l’intervista con il docente del San Raffaele

In questi giorni Milano vive una pausa dalla sua ordinaria frenesia, ma il governatore Attilio Fontana invita a mantenere la calma. E ad affrontare queste giornate così particolari con razionalità. «Ci vuole ancora qualche giorno per prevedere in che modo potrà evolvere», spiega a Mi-Tomorrow Carlo Signorelli, docente di Igiene e Sanità pubblica all’università Vita-salute San Raffaele.

Dopo i primissimi giorni di incertezza, a punto siamo con l’emergenza?
«Siamo in attesa di capire meglio la dinamica di questa epidemia nel nostro Paese. Ci vuole ancora qualche giorno per definire la situazione e prevedere in che modo potrà andare nelle prossime settimane».

Perché siamo diventati il terzo Paese più colpito al mondo?
«I decessi per coronavirus sono avvenuti tutti in pazienti anziani, portatori di serie malattie. Questa patologia non ha creato particolare allarme alle persone in buona salute. Ma per il momento è difficile dire perché i casi si siano moltiplicati da noi più che altrove».

Anche gli altri Paesi europei sono destinati a questa emergenza nei prossimi giorni, o è possibile che in qualche modo il contagio rimanga all’interno dei nostri confini?
«Questa non è una risposta semplice, l’Ecdc (European Centre for Disease Prevention and Control) ha recentemente affermato che anche in altri Paesi europei potrebbe succedere lo stesso fenomeno osservato in Italia negli ultimi quattro giorni. Seguiamo l’evoluzione con attenzione, per capire in che modo questa patologia potrà svilupparsi altrove».

Qualcosa non ha funzionato nei protocolli delle scorse settimane?
«A me non sembra che qualcosa possa aver funzionato male, poi ovviamente essendo questa una malattia completamente nuova e ancora in larga parte sconosciuta si impara ogni giorno qualcosa di nuovo».

Alcuni medici sostengono che questo virus sia poco più pericoloso di una comune influenza, è proprio così?
«Alcune caratteristiche di questa nuova malattia sono simili alla più comune influenza stagionale, ma la letalità appare superiore. Parliamo di una media del due per cento contro lo 0,1 per cento circa dell’influenza. Per questo non è possibile sottovalutare questa emergenza».

I casi tenderanno a diminuire progressivamente?
«Possiamo forse ipotizzare una riduzione del numero di nuovi casi. Ma questo potrà avvenire solo se le misure restrittive avranno funzionato a dovere e se ci sarà quindi la collaborazione di tutti i cittadini».

Chiudere le scuole, ma lasciare aperto gli uffici è sufficiente?
«In questo momento esiste l’esigenza sanitaria di ridurre i nuovi contagi. Per questo è stato necessario emanare ordinanze così severe».

Il coronavirus si propagherà anche nelle altre regioni?
«Speriamo vivamente di no, ma il rischio c’è perché non sappiamo ancora in che modo si sta muovendo questa patologia all’interno dei nostri confini. Per questo è indispensabile mantenere l’attenzione più alta che mai».

Carlo Signorelli: «Il vaccino non arriverà in tempi brevi»

Nell’attesa che questo momento così difficile diventi solo un ricordo, ci sono dei comportamenti da evitare?
«L’igiene personale e il buon senso possono fare molto, in particolare il lavaggio delle mani. Occorre seguire attentamente le prescrizioni diffuse dagli organi competenti».

Il sistema ospedaliero di Milano reggerà?
«Per il coronavirus possiamo dire certamente di sì. È però andato i tilt il numero 112 per le troppe chiamate, e questo qualche problema lo sta creando. Inoltre in diversi ospedali si lamenta scarsità di mascherine e altri dispositivi di protezione individuale».

Avremo presto un vaccino?
«Purtroppo questo non potrà avvenire in tempi brevi, mentre qualche sperimentazione terapeutica si sta facendo e speriamo possa portare presto a una soluzione».

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