Un cuore sano allunga la vita

cuore
cuore

E’ in corso la decima edizione della campagna nazionale “Per il Tuo cuore 2019” con l’obiettivo di prevenire le malattie cardiovascolari, promossa dalla Fondazione “Per il Tuo cuore” onlus e da Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri. Fino a domenica è possibile prenotare screening cardiologici personalizzati, ma anche partecipare dibattiti con gli esperti e, in generale, ad attività di educazione sanitaria.

«Le malattie cardiovascolari rappresentano circa il 40 % di tutte le morti in Italia e nella fascia di età tra 35 e 75 anni, colpiscono il 51% degli uomini e il 37% delle donne. L’iniziativa di Cardiologie Aperte offre la possibilità a tutti i cittadini di fare gratuitamente un passo avanti importante per la salute del proprio cuore – sottolinea Michele Gulizia Presidente della Fondazione “per il Tuo cuore” di ANMCO -.

La prevenzione cardiovascolare, effettuata attraverso semplici screening e corretti stili di vita, è importantissima e in molti casi può salvare una vita poiché permette il riconoscimento precoce di cardiopatie misconosciute, come la fibrillazione atriale o quelle a ereditarietà genetica, che posso provocare una morte cardiaca improvvisa». «Il lavoro di ANMCO quest’anno si concentra in particolar modo sulla sensibilizzazione rispetto ai valori lipidici del colesterolo LDL, noto anche come colesterolo cattivo dichiara Domenico Gabrielli, Presidente Nazionale ANMCO -. Anche per questa edizione sono previste tante iniziative rivolte alla prevenzione e all’educazione a un corretto stile di vita che permetta di avere un cuore sano».

Grazie al Progetto Nazionale di Prevenzione Cardiovascolare Banca del Cuore, ideato e coordinato dalla Fondazione per il Tuo cuore, tutte le strutture aderenti all’iniziativa rilasceranno gratuitamente ai pazienti una BancomHeart personale con il proprio elettrocardiogramma, i valori della pressione arteriosa e molti altri esami clinici. Tutti i dati verranno custoditi in una “cassaforte” virtuale, consultabile anche a distanza, tramite computer, tablet o cellulare, per accedervi in tal modo e scaricarli in qualsiasi momento. Fino a oggi sono state distribuite, in due anni, oltre 40mila BancomHeart ad altrettanti cittadini italiani. L’elenco delle Cardiologie aderenti alla Campagna è disponibile sul sito periltuocuore.it. La campagna è attiva anche sui social con l’hashtag #periltuocuore2019.

CINQUE REGOLE AUREE

Adottando uno stile di vita sano

Tenere controllati l’indice di massa corporea e la pressione arteriosa

Monitorare i livelli di colesterolo

Evitare il fumo

Rilevare il valore della glicemia

Dormire bene protegge il cuore

Il segreto è nelle ossa secondo una recente ricerca

Se dormire bene giova alla salute del cuore, il merito potrebbe essere di un inedito meccanismo molecolare che collega cervello, midollo osseo e vasi sanguigni. Esperimenti condotti sui topi dimostrano infatti che un buon sonno ristoratore induce il cervello a produrre un ormone che agisce sul midollo osseo, riducendo il rilascio in circolo di cellule ad azione infiammatoria responsabili della degenerazione dei vasi sanguigni (aterosclerosi).

Se la scoperta venisse confermata negli esseri umani, potrebbe aprire la strada a nuove terapie contro le malattie cardiovascolari: a indicarlo è lo studio pubblicato su Nature dai ricercatori dell’Istituto nazionale per il cuore, i polmoni e il sangue (Nhlbi), parte dei National Institutes of Health americani (Nih). I ricercatori hanno condotto esperimenti su topi geneticamente predisposti all’aterosclerosi.

La privazione del sonno in questi roditori ha portato a un calo dell’ormone ipocretina che regola il ciclo sonno-veglia nel cervello; inoltre ha determinato un maggiore rilascio di cellule ad azione infiammatoria nel circolo sanguigno, e la formazione nelle arterie di placche di grasso un terzo più grandi rispetto a quelle negli animali con un sonno normale. La somministrazione di ipocretina ha ridotto questi effetti, dimostrando che l’ormone gioca un ruolo nell’infiammazione e nell’aterosclerosi: secondo i ricercatori, però, serviranno nuovi studi (soprattutto sull’uomo) per validare questa scoperta prima di sperimentare l’uso terapeutico dell’ipocretina.

http://mitomorrow.it