12 C
Milano
19. 03. 2024 11:07

La nuova plastica di origine naturale made in Bicocca

Ogni anno nel mondo vengono prodotte 380 milioni di tonnellate di plastica, di cui solo il nove per cento viene riciclato e di questo un terzo viene comunque smaltito in discariche

Più letti

Una plastica di origine naturale, rinnovabile, biodegradabile al cento per cento e compatibile con l’ambiente.

La nuova plastica di origine naturale made in Bicocca

È l’obiettivo di “100% Bioplastica”, progetto di ricerca selezionato nell’ambito della seconda edizione dell’Università del Crowdfunding, il programma di finanza alternativa dell’Università di Milano-Bicocca, promosso per consentire a studenti, ex studenti, docenti, ricercatori e dipendenti dell’ateneo di realizzare idee imprenditoriali attraverso campagne di raccolta fondi su Produzioni dal Basso, prima piattaforma italiana di crowdfunding e social innovation.

Raccolta record. Finora la raccolta, avviata da meno di una settimana, ha già raccolto 3.562 euro. Grazie al lavoro di Paola Branduardi, docente del dipartimento di Biotecnologie e Bioscienze, e presidente di Galatea Biotech. «L’utilizzo della plastica in molti settori commerciali ha un impatto negativo sull’ambiente, sia durante il processo di lavorazione sia nel fine vita e smaltimento – spiega la docente -. Ogni anno nel mondo vengono prodotte 380 milioni di tonnellate di plastica, di cui solo il nove per cento viene riciclato e di questo un terzo viene comunque smaltito in discariche».

Le tre parole di oggi? Scoprile in newsletter!

Bioplastica. Negli ultimi anni è cresciuta l’attenzione verso lo sviluppo di plastiche alternative che siano eco-compatibili e biodegradabili. «Quando diciamo bioplastica – continua – ci riferiamo a un mondo complesso, perché ve ne sono di molti tipi. Inoltre, l’utilizzo di additivi permette di raggiungere le performance desiderate dal settore merceologico di destinazione. Gli additivi utilizzati attualmente sono per la maggior parte composti di derivazione petrolchimica che rendono la bioplastica non completamente sostenibile, seppur siano in percentuali basse che vanno dall’uno al cinque per cento».

Fondi dal basso. In questo contesto si inserisce la campagna di crowfounding lanciata dal team, per focalizzare la propria ricerca sullo sviluppo e produzione di un nuovo tipo di bioplastica, nello specifico di un materiale a base di acido polilattico (Pla), partendo da processi che sfruttino biomasse e fermentazioni microbiche. «Il Pla è una bioplastica virtuosa in quanto presenta caratteristiche tecniche simili alle classiche plastiche di origine fossile, ma può derivare da fonti rinnovabili come biomasse e soprattutto è totalmente biodegradabile, compostabile in compostatori industriali e a fine vita non rilascia residui inquinanti», spiega la responsabile del progetto- va avanti la docente -. Con il primo step di raccolta fondi, creeremo compound attraverso l’utilizzo di biomateriali biodegradabili, come per esempio gli scarti della produzione agro-industriale o loro derivati, miscelati al Pla e ne testeremo le proprietà fisiche e meccaniche».

La raccolta. Ciò sarà possibile anche grazie al contributo di Corepla, consorzio nazionale che opera nell’ambito della raccolta, riciclo e recupero degli imballaggi in plastica e che al raggiungimento di metà del target (5mila su 10mila euro) raddoppierà il budget a disposizione dei ricercatori. «Se supereremo il target iniziale – continua – realizzeremo con il nuovo materiale alcuni prototipi di oggetti caratterizzati da un design che ne aumenti il valore, e quindi la durata del ciclo di vita».

Ricompense. Per chi sceglierà di contribuire alla campagna di crowdfunding sono state pensate ricompense speciali: penne, tazze, borracce e lunch box e piante, tutto sotto il segno della sostenibilità. «Considerato l’impatto qualitativo e quantitativo della plastica tradizionale nella nostra società, è davvero impensabile immaginare di potere, dall’oggi al domani, sostituire completamente quanto esistente. Ma è altrettanto vero che la transizione deve cominciare. Noi vogliamo dare il nostro contributo», conclude la ricercatrice.

plastic free città metropolitana
plastic free città metropolitana

In breve

FantaMunicipio #23: futuro della città fra corsi e ricorsi storici

Questa settimana ci concentriamo sul futuro della città, soprattutto su alcuni fenomeni che potremmo definire strutturali. È il caso,...
A2A
A2A