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18. 04. 2024 02:34

Pregliasco: «Normalità al prossimo Natale»

A colloquio con Fabrizio Pregliasco tra nuovi contagi e prossime vaccinazioni: l'intervista per Mi-Tomorrow

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I parametri, in Lombardia come nel resto del Paese, continuano a peggiorare. Tanto che il governatore Attilio Fontana non esclude un ulteriore periodo di zona rossa in tutta la Regione. Insomma, la terza ondata della pandemia predetta da tempo da moltissimi esperti, sembra arrivata.

E con essa potrebbero diventare realtà nuove restrizioni. Nonostante la campagna vaccinale, che prosegue in tutta Italia anche se ancora limitatamente ad alcune categorie. «C’è una evidente frenata nei miglioramenti che stavamo osservando sul fronte dell’epidemia di Covid», conferma il virologo dell’università Statale Fabrizio Pregliasco.

Com’è la situazione al momento?

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«Siamo di fronte a un peggioramento. Il fatto che stia aumentando la percentuale di positivi nonostante il minor numero di tamponi effettuati ci fa capire che le cose non stanno andando bene come invece tutti speravamo».

Siamo di fronte alla tanto attesa terza ondata?

«Osserviamo qualche spia di allarme. Il rischio della terza ondata è presente. Dobbiamo comunque ancora aspettare qualche altro giorno per avere definitiva conferma di quello che sta succedendo».

Le feste di Natale, con le connesse riaperture, hanno avuto conseguenza su questo progressivo peggioramento?

«Per valutare se il Natale abbia avuto un impatto negativo sui numeri relativi al Covid dobbiamo ancora aspettare qualche giorno. La speranza è che la zona rossa adottata a livello nazionale nei giorni clou delle feste sia riuscita almeno in parte a mitigare l’incremento dell’epidemia».

Intanto la campagna vaccinale prosegue in tutti il Paese, la semplice raccomandazione di immunizzarsi basta?

«Dal punto di vista medico sarebbe importante rendere il vaccino obbligatorio, per il momento iniziamo con la semplice raccomandazione».

Pochi giorni fa però Biontech, che ha messo a punto il vaccino insieme con Pfizer ha lanciato l’allarme sulle sorte. Avvisando che potrebbero non bastare…

«Aspettiamo prima di fare qualunque valutazione. Entro giugno dovremmo avere a disposizione almeno 60 milioni di dosi di vaccino, che dovrebbero essere sufficienti a coprire buona parte della popolazione. Nei prossimi giorni sapremo anche quando arriverà il prodotto di Oxford-AstraZeneca, sul quale il nostro Paese punta molto. Siamo di fronte a una battaglia a livello globale, che è quella di arrivare primi per ottenere un vantaggio competitivo rispetto alle nazioni mano immunizzate. Su questo dobbiamo mantenere altissima la soglia di attenzione».

Ritiene che la campagna vaccinale in Italia sia partita in ritardo?

«Assolutamente no, su questo fronte non siamo in ritardo. La campagna vaccinale è stataconcepita con la giusta sequenza e ricalca quella di altri Stati».

Come fare per rendere questa campagna vincente contro il Covid?

«Il vero scoglio, adesso, è convincere anche i più scettici a immunizzarsi. Adesso è anche importante avere quanto prima a disposizione il vaccino di Moderna, che finalmente ha ottenuto l’autorizzazione da parte di Aifa. Questo prodotto è fondamentale per velocizzare le operazioni».

E’ possibile allungare l’intervallo di somministrazione fra la prima e la seconda dose?

«Al contrario di quello che sostengono nel Regno Unito, penso che questa potrebbe essere un’ottima soluzione. E’ sempre controindicato anticipare un vaccino, posticiparlo invece non rappresenta un problema. Anzi, potrebbe essere addirittura un vantaggio».

La variante britannica del Covid potrebbe compromettere ulteriormente la situazione?

«Finora abbiamo sempre ritenuto che l’immunità di gregge si raggiunga con il 60-70 per cento della popolazione vaccinata. Questo valore potrebbe peggiorare a causa della variante britannica e salite all’80 per cento della popolazione immunizzata».

Quindi quando arriverà l’immunità di gregge?

«Questo dipende da molti fattori, come la capacità organizzativa del sistema e il tasso di adesione. Non credo si possa centrare l’obiettivo prima del prossimo settembre».

In autunno sarà quindi possibile tornare a una vita normale?

«Speriamo che questo succeda il prima possibile. Ma proprio a causa della variante inglese serve cautela. A fine autunno, e quindi per il Natale 2021, potremo tornare a una situazione di normalità».

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