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26. 04. 2024 01:46

Il domani della Telemedicina si chiama Progetto ANTHEM, Cavaletti: «Aiutiamo i pazienti con l’intelligenza artificiale»

Tecnologia a servizio della sanità nel nuovo finanziato anche dal PNRR che mette la Lombardia al centro dell'assistenza sanitaria da remoto

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Una medicina più vicina al paziente, che grazie alle nuove tecnologie e alla formazione è efficace nelle cure anche a distanza. Nasce per questo il Progetto ANTHEM (AdvaNced Technologies for HumancentrEd Medicine), che vede in Milano il suo cuore pulsante. Questo Hub delle Tecnologie avanzate per la medicina è figlio della collaborazione tra l’Università di Milano-Bicocca, ente proponente del progetto, il Politecnico di Milano, l’Università di Bergamo e l’Università di Catania e altri 19 enti coinvolti.

Progetto ANTHEM, il responsabile scientifico Cavaletti: «Gestire in sicurezza da remoto i pazienti significa risolvere i tempi di attesa negli ospedali»

Colmare il divario tra assistenza sanitaria e pazienti fragili grazie al supporto tecnologico sarà un obiettivo possibile da raggiungere nei prossimi quattro anni grazie alla partnership con nove università, enti di ricerca e di assistenza sanitaria pubblici e privati e a un investimento di oltre 123 milioni di euro, finanziato dal PNRR. «Vogliamo adattare conoscenze efficaci, prese da altri campi, al mondo medico, così da fare un deciso salto di qualità alla nostra capacità di diagnosi e cura» afferma Guido Cavaletti, Responsabile scientifico del Progetto ANTHEM e prorettore alla Ricerca dell’Università Bicocca.

 

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Progetto ANTHEM

Si tratta per lo più di innovazioni tecnologiche?
«Sì, o miglioramenti di tecnologie già esistenti: ad esempio nuovi dispositivi per monitorare la popolazione in posti difficili da raggiungere, oppure utili per non fare andare in ospedale le persone con patologie croniche di bassa intensità, che potrebbero essere controllate da remoto».

Si potranno migliorare queste situazioni sanitarie complicate?
«Sicuramente è uno dei nostri obiettivi, ci sono molte persone che vengono in ospedale anche solo per farci vedere degli esami, affollando le strutture. Se riuscissimo a gestire in sicurezza da remoto questi pazienti, si libererebbero spazi e risorse e risolveremmo i tempi di attesa negli ospedali».

In che modo si riduce così il divario tra assistenza sanitaria e pazienti?
«La nostra idea è quella di sviluppare una modalità di rilevazione delle informazioni, il più possibile fruibile dai pazienti; raccogliere più informazioni e farle gestire da sistemi di intelligenza artificiale. Dobbiamo sfruttare la tecnologia per migliorare la gestione del territorio».

Il Progetto ANTHEM è complementare al Pnrr, come sarà la gestione Stato-regioni?
«Il piano nazionale di Telemedicina è nazionale e demanda un’applicazione diversa a seconda delle regioni, per questo nel progetto abbiamo inserito Lombardia, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia, che hanno differenti gestioni della sanità. Dobbiamo sviluppare un sistema e dei prodotti che funzionino dappertutto».

Quanta Milano c’è in questo progetto?
«Tanta, a cominciare dagli atenei e dalle strutture sanitarie direttamente coinvolti, da Ats Milano Città Metropolitana e anche diverse realtà industriali lombarde. Milano, sede della Fondazione ANTHEM, è il centro di tutte le attività che porteranno oltre 150 nuove posizioni di lavoro».

La cura del paziente può tornare a essere una priorità?
«Il progetto vuole migliorare proprio questo, il monitoraggio della salute delle persone e dei pazienti fragili, che porterà a un miglioramento della loro qualità di vita per la componente sanitaria»

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