Sono più di 6.000 i giovani ragazzi milanesi che si sono rivolti allo psicologo gratuito messo a disposizione dal Comune del capoluogo lombardo. C’è chi da una parte si è recato a questo sportello per semplici colloqui orientativi e chi dall’altra ha seguito un percorso più complesso e duraturo. Ciò è quanto emerge nel primo bilancio del progetto «AccogliMi», lanciato in città nel maggio dello scorso anno. Parliamo quindi di numeri che riguardano un anno di attività.
Psicologo gratuito del Comune: il bilancio dopo un anno
«AccogliMi», sin dall’inizio, aveva come obiettivo quello di offrire agli adolescenti uno spazio libero e gratuito a cui potersi rivolgere in caso di difficoltà. E oggi, a poco più di un anno di distanza dalla partenza di questo progetto, sono stati raccolti dati e numeri e sono poi stati analizzati i risultati.
Sono circa 60.000 gli adolescenti nella fascia d’età 14-18 anni residenti a Milano. 6.229 gli interventi effettuati tramite questo sistema dello psicologo gratuito del Comune. Tra questi, 294 hanno visto una presa in carico personalizzata, per i più svariati motivi legati a situazioni di disagio sociale, familiare, disturbi di ansia e altro ancora.
Un secondo dato che emerge riguarda chi, all’interno del nucleo familiare, chiede aiuto. Nel 67% dei casi a rivolgersi a questo sportello sono stati i genitori degli adolescenti, in particolar modo le mamme. Nel 16% dei casi sono stati invece i ragazzi, prevalentemente tutti dai 16 anni in su. Solamente 3 sono state invece le richieste di aiuto arrivate da 14enni e sei da 15enni. Nel rimanente 10% sono stati invece gli insegnanti delle scuole a rivolgersi al Comune di Milano.
Per quanto riguarda invece la zona di residenza, le domande sono giunte per la maggior parte dai Municipi 2 e 9. Ultimo invece il Municipio 1. Tantissime le richieste anche in quartieri periferici come via Padova, Turro e Crescenzago, Niguarda, Gratosoglio, Missaglia , Barona, San Siro, Lodi e Corvetto, Gorla e Precotto.
Psicologo gratuito del Comune di Milano, le parole di Bertolè
A commentare i risultati evidenziati nel report è stato, tra i primi, l’assessore al Welfare Lamberto Bertolé: «AccogliMi, evidentemente, raccoglie un bisogno che non riesce a essere intercettato dal servizio sanitario regionale, per mancanza di informazione o di offerta adeguata. Per troppi anni la salute mentale è stata considerata di serie B rispetto a quella fisica».
«Secondo noi invece non c’è salute senza salute mentale e per questo chiediamo che il sistema sanitario investa maggiori risorse sul tema. Siamo abituati a servizi sanitari che aspettano che sia il malato a raggiungerli, ma per la salute mentale questo non basta», ha continuato l’assessore parlando della possibilità di avere uno psicologo gratuito per più persone.
E ancora: «Occorre intercettare il disagio anche nei casi di isolamento e nelle famiglie dove ancora esiste lo stigma su questi temi. Prevenire il loro disagio in maniera precoce sarà fondamentale per ridurne la cronicizzazione e le sue manifestazioni più estreme», ha concluso infine Bertolè.
