Quelle cattive abitudini in toilette, ecco quello che non si fa in bagno

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C’è chi entra in bagno con lo smartphone e chi, addirittura, approfitta della pausa toilette per consumare uno spuntino. Sono solo alcune delle abitudini dei lavoratori italiani alle prese con i servizi igienici emerse grazie a una recente indagine condotta da Initial, azienda leader mondiale in servizi per l’igiene. L’obiettivo è indagare proprio il rapporto fra dipendenti e toilette presenti nei luoghi di lavoro. Dal sondaggio si evince che l’84 per cento degli intervistati sostiene di lavarsi le mani dopo aver utilizzato i servizi, ma il 37% dello stesso campione ammette di non lavarle quando è di fretta.

 

Questo scenario è reso ancora più interessante da due fattori curiosi: il 33% degli intervistati utilizza lo smartphone quando va alla toilette e il 12% addirittura porta del cibo in bagno, a testimonianza di come l’utilizzo dei servizi igienici venga spesso associato ad altre attività che nulla hanno a che fare con l’igiene personale. Dati questi presupposti, non è forse un caso che il 42% degli intervistati dichiari di non stringere la mano a persone che sono appena uscite dal bagno. Inoltre, dallo studio emerge un altro dato importante: il 49% del campione dichiara di pranzare alla propria scrivania, contribuendo a una modalità comportamentale che favorisce una maggiore diffusione di germi.

Ma cosa possono fare i datori di lavoro a favore dei propri dipendenti per diminuire i rischi? Una delle motivazioni date da chi non si lava le mani è la mancanza di sapone o salviette/asciugamani (20%), mentre il 16% ammette di uscire subito dal bagno a causa dei cattivi odori. Sebbene le buone abitudini igieniche dipendano in primis dal singolo individuo, le condizioni soddisfacenti in cui si trovano i servizi e la sensibilizzazione rispetto all’importanza della pulizia delle mani possono giocare un ruolo importante nella prevenzione di rischi per la salute.

«Il rischio biologico può essere considerato senza dubbio trasversale ai diversi luoghi di lavoro – commenta Luca Peretti, quality, safety, health & environment manager di Rentokil Initial Italia -. In questi ambienti sono molti gli spazi comuni e gli oggetti a disposizione di tutti, dalla macchina del caffè alle maniglie delle porte, passando per i computer e i telefoni. Secondo i nostri studi, chi lavora in ufficio viene a contatto con oltre dieci milioni di batteri ogni giorno. Le mani contaminate possono trasferire questi batteri fino a cinque superfici e contagiare fino a 14 altre persone attraverso il solo tocco».

Il galateo dei servizi unisex

Dopo aver utilizzato il water, accertarsi di abbassare sempre il coperchio. Quando si tira lo sciacquone, si rischia infatti di disperdere un numero impressionante di batteri nell’ambiente.

Gettare negli appositi cestini i prodotti di igiene intima personale e raccogliere la carta eventualmente caduta per terra.

Usare la prima toilette della serie perché, secondo gli esperti, è quella che viene saltata con più frequenza. Essendo la meno battuta, dovrebbe rivelarsi anche la più pulita.

Fare attenzione anche quando ci si lava le mani: evitare di schizzare l’acqua ovunque e di lasciare tracce di sapone sul lavello.

Sostituire il rotolo di carta igienica, quando finisce. Se non c’è la possibilità, avvertire il collega che sta per entrare e sollecitare l’addetto alla manutenzione del bagno a provvedere al rifornimento.

Fare in modo che il locale sia ben arieggiato e quindi, se ne esiste una, aprire la finestra o azionare la ventilazione.

Evitare di portare il telefono quando si va in bagno, per evitare di occupare la toilette più a lungo del necessario.

Quando la toilette è unisex è fondamentale ricomporsi alla perfezione prima di uscire dal bagno.


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