La situazione nelle Scuole di Milano è chiara, ci sono molti bambini ma mancano gli insegnanti e gli spazi, con tanti genitori ancora in lista d’attesa. È questo quanto emerge dai dati relativi alle iscrizioni a nidi e materne del Comune: a Milano sono oltre 3.300 i bambini ancora in lista d’attesa, un dato che prossimamente potrebbe scendere ma che rinvia solamente la questione.
Scuole di Milano, si torna al regime pre covid
Di fatto quanto sta accadendo sta portando le scuole di Milano ad una situazione pre covid: con la fine dell’emergenza Covid, ad esempio, è ripartito a pieno regime il servizio pre e post scuola e questo ha rimesso in moto la macchina organizzatrice. I dati, al momento, parlano di poco più di 3.300 i bambini tra gli 0 e i 6 anni che si ritrovano nelle liste d’attesa del Comune per l’iscrizione ad asili nido, sezioni primavera e scuole dell’infanzia. Un numero che scenderà a breve, quando si libereranno 830 posti liberi ancora disponibili e che verranno assegnati dopo il 27 aprile. In quel giorno scadrà il termine per accettare o rinunciare la scuola assegnata dal Comune e da lì si inizierà a prendere proprio dalle liste d’attesa.
I numeri relativi alle scuole di Milano
Ecco, nel dettaglio, i numeri relativi alle scuole di Milano per l’anno scolastico 2022/2023. Le domande pervenute sono 14.721, quelle accettate sono 11.420. Di certo la situazione epidemiologica farà riprendere a pieno regime l’attività e con questa torneranno a galla tutti i problemi, ormai atavici, del sistema scolastico: mancanza di strutture, mancanza di corpo docente, mancanza di materiale. Ma la vicesindaca con deleghe all’Istruzione, Anna Scavuzzo, guarda il lato positivo della medaglia. «Ci sono voluti alcuni giorni di lavoro degli uffici dopo l’approvazione del decreto ministeriale che ha permesso il superamento delle cosiddette “bolle” – esulta – ma abbiamo aggiornato i protocolli di sicurezza e finalmente torniamo con un servizio completo». Ora, però, si spera che chi di dovere possa intervenire anche per sanare la situazione dei numeri, perché un sempre maggior numero di bambini richiederebbe, di pari passo, un investimento sempre più corposo nel corpo docente.