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20. 04. 2024 04:23

Afghani arrivati in Italia: a Milano sbarcate ricercatrici che lavorano con la Fondazione Veronesi

In totale saranno 34 le persone che verranno accolte dalla nostra città

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Ecco i primi afghani arrivati in Italia, con Milano che ha accolto otto ricercatrici che lavorano con la Fondazione Veronesi. Molte le persone che hanno lasciato l’Afghanistan, dopo che negli ultimi giorni il paese è tornato prepotentemente in mano ai talebani in seguito al ritiro delle truppe militari americane e alleate.

Afghani arrivati in Italia, Milano accoglie le ricercatrici della Fondazione Veronesi 

A Milano, nel dettaglio, sono sbarcate otto ricercatrici afghane che lavoravano per la Fondazione Veronesi al centro per la diagnosi del tumore al seno di Herat. Le donne e le loro famiglie sono arrivate a Fiumicino ieri pomeriggio e sono state sottoposte a tampone. In totale saranno 34 i profughi, tra uomini e donne, destinati a Milano. Coloro che sono risultati negativi al test sono partiti  già nella notte in pullman. A Milano saranno ospitati in un albergo covid in attesa che finiscano la quarantena obbligatoria, poi saranno spostati in strutture di accoglienza. Altri arrivi sono previsti in queste ore: «La prefettura – le parole della vicesindaca Anna Scavuzzo – ci ha chiesto di individuare altri spazi per affrontare l’emergenza perché ancora non sappiamo quanti profughi potranno arrivare a Milano. Noi stiamo verificando gli spazi del centro di accoglienza di via Aldini, gestito da Arca oltre a ex scuole. Appena terminata la perlustrazione presenteremo la nostra proposta al prefetto».

Il messaggio di Beppe Sala 

Il Sindaco di Milano uscente, Beppe Sala, aveva annunciato: «Il comune e la prefettura di Milano, a cui il coordinamento nazionale per l’emergenza assegnerà una quota di nuclei familiari provenienti dall’Afghanistan, ai quali potrà essere riconosciuto lo status di rifugiati, in virtù del decreto legislativo n. 251 del 2007, hanno avviato la loro collaborazione. Nei prossimi giorni raggiungeranno la nostra città alcune decine di cittadini afghani, con le proprie famiglie, che hanno collaborato con le forze armate, con l’ambasciata italiana e con l’agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo in Afghanistan».

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