Claudio Cremonesi (Confesercenti): «Lavorare la domenica non dà fiato alle botteghe»

Claudio Cremonesi Confesercenti
Claudio Cremonesi Confesercenti

La chiusura domenicale di negozi, la diffusione della grande distribuzione, la nuova frontiera dell’e commerce. Sono i temi affrontati con Claudio Cremonesi, vicedirettore di Confesercenti Milano, durante la prima puntata della nuova stagione di Mi-Tomorrow Live, in onda ogni mercoledì su Milanow nella nuova collocazione oraria dalle 15.15 alle 16.00

Il Governo vuole introdurre la chiusura domenicale dei negozi. Cosa ne pensa?

«Confesercenti in tempi non sospetti, dal 2011 quando venne approvato il decreto salva Italia, ha sostenuto che la liberalizzazione completa è una scelta problematica. Siamo per un ritorno al passato, che non significa la domenica con i negozi chiusi, ma dare la possibilità alle Regioni e ai comuni di decidere sentendo le esigenze del territorio. Milano, come le città d’arte, ha la necessità di lavorare anche la domenica ma dobbiamo partire dal presupposto che lavorare la domenica vuol dire dare un vantaggio alla grande distribuzione mentre noi vogliono dare fiato ai piccoli negozi».

Oggi c’è la totale libertà di apertura, com’è possibile tornare indietro?

«Io dico che è possibile regolamentare perché la verità è che esiste un grosso problema di mancanza di regole».

Non si rischia così di avvantaggiare l’e-commerce?

«Il commercio elettronico è un canale complementare a quello fisico: nei fatti per una piccola attività è più facile dotarsi di un e commerce che non di personale e stare aperto 7 giorni su 7. Le due tipologie non sono contrapposte, regolamentare si può soprattutto per le grosse piattaforme che operano all’estero e possono far concorrenza alle nostre imprese partendo da regimi fiscali differenti».

Bastano queste misure per rilanciare il commercio tradizionale?

«Non è sufficiente, purtroppo in questi anni è latitata una pianificazione. Quando si tratta di reti distributive non possiamo solo pensare al vantaggio della imprese ma agli effetti che provocano sulla popolazione, al consumo di verde, all’uscita di flussi dai centri storici: oltre ad agire sulle domeniche bisogna intervenire sull’urbanistica, le grandi strutture di vendita devono essere programmate e occorre privilegiare il commercio nei centri storici».

Anche i commercianti devono mettersi al passo con la nuova realtà.

«Sappiamo benissimo che i nostri imprenditori devono innovarsi. Noi abbiamo collaborazioni importanti con il Politecnico di Milano, con gli enti di formazione, con la Regione il Comune di Milano. Sproniamo la base a innovarsi, abbiamo tantissimi esempi positivi: artigiani che vendono su piattaforme online, negozi tradizionali che sperimentano momenti di discussioni sui libri con i clienti. Però ci sono difficoltà, regimi fiscali e burocratici che, anche a Milano, rendono le cose difficili».

Altro tema delicato: l’aumento dell’Iva.

«L’Iva fino al 22% è già importante, se fosse innalzata avrebbe forti effetti negativi, in particolare sui consumi».

Cosa proponete al Governo?

«In materia fiscale bisogna avvantaggiare i piccoli negozi con la cedolare secca per i contratti di locazione. Inoltre ci vogliono più aiuti, penso agli alberghi che hanno innovato ma poi i contributi sono stati inadeguati».

—–

Chi è

Claudio Cremonesi è stato eletto vicedirettore della Confesercenti di Milano, Lodi, Monza e Brianza lo scorso marzo. Classe 1984, laurea con lode in legge e master in diplomacy ISPI, ha collaborato con Confesercenti dal 2013, dapprima come funzionario sindacale presso la sede di Brescia e – dopo un’esperienza lavorativa presso la Commissione regionale per le Attività produttive – con la Confesercenti lombarda, dove è stato responsabile per la legislazione e i rapporti con la Regione.

La Confesercenti

La Confesercenti Provinciale conta oltre 5mila aziende attive nel settore del commercio, del turismo e dei servizi, per un totale di 12mila addetti rappresentati. Aderisce alla Confederazione esercenti nazionale, che nell’insieme conta 240mila imprese con 500mila addetti nella Penisola ed è articolata in 16 sedi regionali, 105 provinciali e 1.000 nei comuni. Obiettivo dell’associazione è offrire contenuti e servizi qualificati dal punto di vista tecnologico e rispondere alle esigenze informative e gestionali delle piccole e medie aziende.