MASSIMO GALLI
Primario Malattie Infettive dell’Ospedale Sacco
Un virologo a tutto tondo. Irreprensibile e promotore di una linea dura per contenere i contagi. Nel corso dei mesi si è fatto “star televisiva”, aprendo addirittura un profilo Twitter per rispondere agli utenti e per essere più vicino alle persone. Nei giorni scorsi dev’essersi accorto di aver esagerato un po’, ritirandosi nelle stanze dell’Ospedale Sacco, evidentemente bersagliato da chi gli chiedeva conto del tempo che riusciva a ritagliarsi per comparire su giornali, tv e radio. La discussione con Alberto Zangrillo è stata surreale. Un po’ come il suo laconico “grazie” via Whatsapp alla notizia della donazione di quasi 5.000 euro da parte dei lettori di Mi-Tomorrow.
Inopportuno
ALBERTO ZANGRILLO
Primario Terapia Intensiva dell’Ospedale San Raffaele
Verrà ricordato come quello che a maggio sentenziò la morte del Covid-19. I mesi successivi hanno disintegrato quell’affermazione che lui stesso cercò di correggere, ricordando come quella fosse l’istantanea del San Raffaele all’epoca dell’intervista da Lucia Annunziata. Non è un virologo, va detto. E’ un medico in corsia che dirige uno degli ospedali più all’avanguardia in Italia. Prima nelle retrovie, poi sempre più esposto mediaticamente anche per via dei suoi ricoverati eccellenti (Silvio Berlusconi e Flavio Briatore), ha provato a elargire pillole di ottimismo, mettendosi contro tanti colleghi. Parla per conto di quel che vede nel suo reparto, ma ciò non può essere sempre un paravento.
Furbo
ROBERTO SPERANZA
Ministro della Salute
Ha il merito di esser sempre stato tra i più intransigenti, avendo predicato massima prudenza anche nel corso dei mesi più “leggeri”. E la sua espressività non ha mai lasciato spazio alla “speranza”. Coerente con questa linea, ha cercato in ogni modo di contrastare le richieste più “morbide” pervenute dalle Regioni. Ha la responsabilità di chiarire, prima o poi, per quale motivo ancora manchino medici e infermieri in alcuni territori (ne sono stati assunti la metà dei 70mila promessi in primavera). Qui pesa il tempo trascorso in estate a scrivere un libro auto-celebrativo, prontamente ritirato dalle vendite in queste settimane di crisi sanitaria.
Opportunista
CARLO SANGALLI
Presidente di Confcommercio
I commercianti – si sa – sono una categoria molto avvezza al pianto. Le cose vanno sempre male, se ascolti il loro parere. Anche se magari i dati generali dicono altro. La crisi dei negozi, dei bar e dei ristoranti è palpabile da mesi. E i ristori promessi dal Governo sono per la maggior parte dei casi una vera e propria elemosina se paragonata a quel che è stato previsto in altri Paesi europei. La categoria soffre una crisi di rappresentanza. Il presidente di Confcommercio, da buon politico navigato, colpisce un po’ di spada e un po’ di fioretto, ma non affonda mai il colpo. Il che fa incazzare non poco i suoi associati.
Democristiano
CARLO BONOMI
Presidente di Confindustria
E’ rimasto la voce di alcune delle categorie più massacrate dal Covid. E proprio per le tesi e i numeri disastrosi che snocciola viene spesso snobbato dal Governo che sembra averlo eletto a “leader dell’opposizione”. Ecco perché appare “isolato”: Giuseppe Conte non lo riceve, Sergio Mattarella gli chiede informalmente di abbassare i toni. Parla spesso di “politica smarrita” e di “voragine del pil”, aggiungendo che la soluzione per ripartire non sarebbe di spingere le imprese ad indebitarsi. Insomma, dice quel che pensano gli imprenditori che si vedono recapitare bonus sui conti correnti, senza una chiara strategia all’orizzonte.
Snobbato