Una stagione infinita, condizionata dagli stop imposti dal Covid, giunta alla sua parte cruciale. Urania sta disputando la fase a orologio, a caccia del miglior posizionamento possibile all’interno del girone giallo, quello che determinerà le qualificate dalla settima alla dodicesima ai playoff, da disputare tra le migliori 16 del campionato. Una formula complessa che ha prolungato un’annata già complicata, nella quale la squadra di coach Davide Villa, raggiunto prima del match con Ferrara, ha conquistato il proprio traguardo: la salvezza.
Due anni di A2 difficili, ma due salvezze tranquille raggiunte.
«L’anno scorso è stato un salto nel buio. Partiti bene come ci aspettavamo ma raccogliendo poco a livello di risultati. Stagione diversa questa: si è reso allo stesso modo ma con molta più costanza. La salvezza l’abbiamo sempre tenuta a bada, ma convinti di poter fare un passo avanti ulteriore».
Come state in questo momento?
«Stiamo bene, si fa sempre fatica a decifrare all’interno di questa stagione la gestione delle energie. Spesso arrivano cali inattesi perché in settimana lavoriamo sempre bene e poi non performiamo come dovremmo in partita, però il gruppo riesce a sopperire alla mancanze dei singoli».
Difficile adattarsi alla formula del torneo?
«Diverso dal solito. È pallacanestro quindi ritengo sia un privilegio in un’annata così poter giocare e lavorare. La difficoltà è stata adeguare le metodologie di lavoro, del giocare tante gare infrasettimanali, cosa non abituatale in questo campionato. Abbiamo dovuto modificare il carico di lavoro fisico, tecnico e tattico. Stancante, ma molto formativo».
Ora i playoff…
«Da giocare con ambizione ed entusiasmo. Quando non hai la pressione di dover vincere, hai una gioia nel giocare diversa. Molto dipenderà dagli accoppiamenti, ma vogliamo fare qualcosa di importante, dopo una stagione da quinto posto».
Siete una realtà consolidata in A2: a quando il grande salto?
«La forza della società è l’intelligenza delle persone al suo interno: ambiziose ma con la testa sulle spalle. Credo che il sogno di qualcosa di importante come la serie A sia nella testa di tutti, però c’è consapevolezza che per fare quel salto bisogna essere pronti. Non agiscono di pancia, ma di ragione, lavoro e valori, valore aggiunto di questo posto».