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15. 09. 2024 13:04

Davide Villa lascia l’Urania: «Ora sono un allenatore migliore»

Il coach della promozione in A2, lascia dopo sette anni: «Mi mancheranno i rapporti quotidiani, ma il ciclo era finito»

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Dopo sette stagioni, Davide Villa saluta Urania: non sarà più l’allenatore. Sono passate oltre 250 partite, la storica annata 2018/19, quella della promozione in A2, poi gli anni del consolidamento nel secondo campionato nazionale.

Villa lascia una società cresciuta e rapporti splendidi. Il suo futuro non è ancora certo, ma quel che si porta dietro è molto più che “semplice” pallacanestro.

Davide Villa lascia l’Urania

Davide Villa, con Urania il cerchio era destinato a chiudersi?
«Il contratto prevedeva due periodi temporali per uscirvi: prima per la società, poi per me. Loro hanno scelto, ma era nell’aria, si era arrivati alla fine di un ciclo dopo sette anni bellissimi».

Non se lo aspettava?
«Sicuramente non c’erano problemi legati ai risultati. Che fosse la cosa giusta da fare era nell’aria. Da un lato, io e il mio staff siamo rimasti stupiti della decisione, ma il sentore era che le cose andassero in questa direzione».

Sono stati sette anni intensi.
«Un percorso incredibile e dei risultati importanti, per quanto riguarda la sfera lavorativa. Umanamente, molto di più. La routine quotidiana, le persone che mi hanno accompagnato, pensare di non vederli tutti i giorni è una ferita che rimane. Mi mancheranno. Questo succede quando dai tutto e non tratti la palestra come un ufficio».

I momenti che porta nel cuore?
«A livello di campo sicuramente la promozione e quelli che ci hanno visto crescere: la partita con l’Olimpia Milano che ha inaugurato l’Allianz Cloud, il primo derby con Cantù. Fuori campo penso alle grigliate che organizzavo a inizio stagione e la condivisione di quei momenti. Penso ai rapporti meravigliosi come con Lynch e Potts, che hanno passato il Natale con la mia famiglia, facendoci vivere attimi indimenticabili».

Quali giocatori hanno significato di più?
«Con i playmaker ho sempre avuto un gran rapporto, sono il prolungamento dell’allenatore in campo. Per quanto sono stati con noi, cito Montano e Piunti, ma anche Raivio, primo assaggio di straniero da allenare, oltre a Lynch e Potts».

Ancora nessuna novità sul futuro?
«Con playoff e playout ancora nel vivo è tutto fermo. Le squadre che hanno finito e possono muoversi sono poche, tra queste c’erano Torino e Treviglio, che però hanno già scelto».

Quanto si sente cambiato dal suo arrivo in Urania?
«Alzare l’asticella ti dà una solidità in più, nuova consapevolezza. Acquisirla è ciò che ti fa crescere e questa esperienza è stata fondante. Per me è importante che l’andare in palestra continui a darmi gioia: è un lavoro, dà tensioni, ma è un gioco. Voglio divertirmi e trasmettere questo, voglio vivere ogni aspetto dando quello che sono io, non interpretando un personaggio. Se dobbiamo fallire, falliamo insieme, per come siamo».

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