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20. 04. 2024 14:07

Emiliano Lauzi vola a Pechino: «Faccio un salto in Cina, aspettando Milano»

Sarà in gara nello Slopestyle e nel Big Air per la sua prima partecipazione ai Giochi: «Sono da poco padre e nel 2026 avrò 32 anni, ma finché ne ho...»

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Saltare in avanti è un esercizio che nello snowboard è prassi. A Emiliano Lauzi, negli ultimi mesi, è capitato di farne uno importante fuori dalla pista: è diventato papà, quattro mesi prima di volare a Pechino per la sua prima partecipazione ai Giochi Invernali. La rassegna parte venerdì, la speranza degli azzurri è replicare sulle nevi le imprese estive a cinque cerchi dell’Italia. Nella spedizione c’è anche il ventisettenne Lauzi: milanese, snowboarder, papà.

Pechino 2022, intervista a Emiliano Lauzi

Come ti senti a pochi giorni dall’evento?
«Emozionato. È un traguardo sudato, conquistato negli ultimi anni. La mia prima Olimpiade».

Come vi ha influenzato la pandemia nel percorso di preparazione?
«È uno stress. Bisogna sempre stare attenti, anche con chi ti è veramente vicino. Io vivo con la mia fidanzata e mio figlio: abbiamo fatto il Covid a fine dicembre, durante le feste. Avevo tre gare di qualifica olimpica che ho dovuto saltare. Ero virtualmente a Pechino, ma non tranquillissimo perché c’erano avversari che potevano superarmi. Fortunatamente non è successo».

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Perché hai scelto lo snowboard?
«Mia madre mi ha trasmesso la passione per la montagna. Mi sono avvicinato allo snowboard perché mi piacevano i salti, andavo in skateboard, saltavo fin da piccolo sui tappeti elastici. Ho ritrovato in questa disciplina la mia personalità. Lo sci è bello, ma è più monotono».

In Cina gareggerai nello Slopestyle e nel Big Air. In cosa si differenziano?
«Il Big Air prevede un solo salto con varie manovre, ai fini della prova contano due diversi trick. Lo Slopestyle è invece un percorso con dei salti e dei rail, ovvero delle strutture di ferro su cui si scivola. A fine percorso si guarda come si è affrontato il percorso e c’è un punteggio a seconda dei trick».

Nel tuo profilo online, sul sito del Coni, spiccano come hobby skateboard, calcio, nuoto, corsa. Uno sportivo a 360 gradi, insomma.
«Giocavo da piccolino a calcio. Ora sono molto appassionato di surf. Diciamo che tutto quello quello che è a forma di tavola va bene».

Aspirazioni per Pechino?
«Andare a divertirmi, come faccio sempre. Di piazzamenti è meglio non parlare».

Che effetto fa, da milanese, sapere che tra quattro anni i Giochi saranno in città?
«Ci penso e mi emoziona tantissimo. Darò tutto quello che ho per arrivarci. Nel 2026 avrò 32 anni, per la carriera sono un po’ tanti e adesso ho anche un bambino di quattro mesi. Però, finché ne ho, vado avanti».

Sei nato e cresciuto a Milano. Che senso ha per te, in questo momento?
«È sempre casa. Ho fatto qui le scuole, sono cresciuto in queste strade. Ci sono stati tanti cambiamenti negli ultimi anni, la città sta crescendo. Ci passo poco tempo per via delle gare, in totale solo qualche settimana. Tra allenamenti e gare sono sempre in giro per il mondo».

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