Alessia Maurelli guida le Farfalle azzurre a Pero: «Voleremo su Tokyo»

Il primo volo sarà quello di domani, al Fastweb Aero Gravity di Pero. Le Farfalle azzurre della ginnastica ritmica si riuniranno alle 11.30 per provare l’esperienza di entrare nel più grande simulatore di caduta libera al mondo, in cui si allenano quotidianamente paracadutisti e reparti speciali dell’esercito.

 

Sarà un antipasto di quel che avverrà al “Fastweb Grand Prix di Ginnastica – Trofeo 150 anni” del 23 novembre all’Allianz Cloud, per la capitana Alessia Maurelli e le sue compagne, reduci da un grande risultato come il bronzo conquistato ai Mondiali di Baku. Un evento che vedrà impegnati campioni italiani come Marco Lodadio, vicecampione mondiale agli anelli, e i migliori ginnasti europei insieme alle nostre Farfalle.

Alessia, possiamo dire che il 23 novembre sarete a casa vostra.
«Per noi poterci esibire a Milano è una grandissima festa. Avremo modo di festeggiare sia la qualificazione a Tokyo 2020 ottenuta due anni fa ai Mondiali di Sofia 2018, sia la medaglia conquistata agli ultimi Mondiali nell’esercizio con cerchio e clavette. Qui abbiamo il nostro centro federale, sarà una grande soddisfazione».

Vi aspettavate questo risultato a Baku?
«Siamo partite tra le squadre favorite e questo crea delle aspettative. Abbiamo lavorato tanto per il Mondiale, qualcosa è andato storto però nel bilancio non possiamo lamentarci. Una medaglia mondiale è sempre molto importante».

Quali sono i vostri obiettivi adesso?
«Il traguardo di una vita è sempre l’Olimpiade. Stiamo preparando gli esercizi nuovi e quelli che vedrete al Grand Prix, ma non perdiamo di vista Tokyo dove andremo per fare benissimo i nostri esercizi. Io sono reduce da un quarto posto olimpico, per cui chiaramente spero nel podio. Sono convinta che se faremo bene la nostra parte potremo strappare qualcosa di importante, ma per scaramanzia non dico cosa…».

Perché consiglieresti il vostro sport alle tue coetanee?
«La nostra disciplina è tosta. Potersi confermare in un esercizio di due minuti e mezzo, giocarsi tutto in quel lasso di tempo, non è scontato. Credo il nostro non sia solo uno sport. È arte, disciplina, emozione, movimento del corpo e dell’anima. Una scuola di vita. Non è solo quel che vedete in pedana, è quel che ti lascia dentro e fuori».

Cosa pensi della città di Milano?
«Io mi sono trasferita da Ferrara a Milano a 17 anni. Non tornerò a casa perché mi sono innamorata di questa città, sento di essere a casa. Mi appartiene in tutto. È la migliore possibile».


www.mitomorrow.it