Sarà Milan contro “Ringhio”, per la prima volta a San Siro. Dopo l’inaspettato, doloroso, in qualche modo anche ingiusto addio di due anni fa, l’ex numero 8 e allenatore rossonero affronterà il suo passato in quella che per vent’anni è stata casa sua.
Una sfida dal sapore di Champions, quella di domenica alle 20.45. Già, perché mentre l’Inter di Conte abbozza i primi tentativi di fuga, Milan e Napoli si ritrovano coinvolti nella combattutissima bagarre per arrivare tra le prime quattro.
Per il Diavolo l’opportunità di far fuori definitivamente una pretendente, sicuramente più accreditata ad inizio stagione; per i partenopei un’ultima chiamata, un dentro-fuori che permetterebbe a Gattuso di rimanere agganciato al treno, sempre in attesa del famigerato (e tanto discusso) recupero contro la Juventus. Decretare una favorita, quest’anno più che mai, è impresa ardua.
Torna Theo. Come ci arrivano le due squadre? I rossoneri, se da un lato avranno nelle gambe le fatiche di coppa, possono abbozzare un mezzo sorriso per i rientri praticamente certi di Theo Hernandez e Rebic.
Nonostante le assenze – pesanti – di Bennacer, Calhanoglu e Ibrahimovic, Stefano Pioli domenica scorsa a Verona ha ricevuto ottime risposte da coloro che solitamente non sono considerate prime scelte: un segnale importante, da parte di una squadra mentalmente in salute e che non si è ancora arresa per ciò che concerne il discorso scudetto.
Ma anche il Napoli sta bene. A suonare la carica ci hanno pensato Insigne – autore di una doppietta nell’ultima gara contro il Bologna – e il ritrovato Osimhen, determinato a riprendersi in mano quell’attacco che lo ha visto lontano dai radar per quasi 3 mesi.
Il tecnico milanista, dopo il riposo precauzionale, dovrebbe di nuovo puntare su capitan Romagnoli e il già citato Hernandez. Davanti non ci sarà il mattatore dell’andata: al posto di Ibra riecco Leao, per la seconda volta in pochi giorni chiamato a non far rimpiangere lo svedese in un match dal sapore d’Europa.