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20. 04. 2024 07:55

Giuseppe De Feudis: «Dal Bariviera, ho sognato l’Inter»

La storia di Giuseppe De Feudis è tutta da raccontare

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È una storia ricca quella di Giuseppe De Feudis sui campi di calcio. E, appesi gli scarpini al chiodo a Cesena – dove fa già parte dello staff tecnico -, non dimentica che la sua carriera da calciatore è partita proprio da Milano. Con una delusione…

Giuseppe De Feudis: «Dal Bariviera, ho sognato l’Inter»

Cresciuto nei campi del Bariviera – periferia nord di Milano – e arrivato fino alla Serie A. La storia di Giuseppe De Feudis è tutta da raccontare, fatta di cinque campionati vinti, tre promozioni nella massima serie e 301 presenze con la maglia del Cesena (terzo nella storia del club) che lo hanno fatto diventare una vera e propria bandiera. A fine luglio il centrocampista classe 1983 ha dato l’addio al calcio tra le lacrime, ma subito gli si sono aperte le porte dello staff tecnico della società romagnola.

Cosa ricorda dei suoi primi anni nel calcio?
«Ho iniziato a 5 anni con la Novatese, la squadra del paese. Poi sono passato al Bariviera, club affiliato all’Inter: questo mi ha permesso a 10 anni di entrare nelle giovanili neroazzurre. L’esperienza è durata solo due stagioni».

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Poi?
«Sono tornato al Bariviera, fino al salto arrivato con il passaggio al Como e l’ingresso nel mondo dei professionisti con il San Marino in C2».

Ha mai avuto il dubbio di non arrivare al professionismo?
«Qualche dubbio, anche se ero piccolo, l’ho avuto quando l’Inter non mi ha confermato perché un settore giovanile del genere ti può aprire una carriera spettacolare. Ci sono rimasto male, ma non ho smesso di crederci».

Tra le tante maglie indossate, c’è anche quella del Torino.
«È stato bellissimo giocare in una società gloriosa come il Toro, un’emozione unica condita con un gol nel giorno della promozione in Serie A. Peccato solo che con Ventura giocai poco».

Tre promozioni in A, ma nelle prime due occasioni ha subito cambiato squadra tornando in B.
«La prima promozione fu nel 2010 e non so bene perché il Cesena decise di cedermi».

L’esordio in A è arrivato nel 2014, a 31 anni.
«Fu una rivincita per me e per mister Bisoli, perché nel 2010 andammo via insieme. Giocare in A è il sogno di tutti i bambini che giocano a calcio».

L’avversario più forte?
«Il centrocampo della Juve di Allegri, devastante con Pirlo e Pogba. Avevano una marcia in più».

Tante squadre, ma un filo la riportava a Cesena. Cosa la lega a questa maglia?
«La passione della gente. Ho giocato qui tanti anni e il cavalluccio scorre nelle vene come il sangue. I tifosi trasmettono la passione in uno stadio che secondo me è tra i più belli d’Italia».

Com’è arrivato alla decisione di lasciare dopo una stagione interrotta dalla pandemia?
«Mi hanno proposto di entrare nello staff e alla mia età era giusto accettare. Mi spiace non aver potuto salutare il pubblico. In questo ruolo mi trovo bene, è completamente diverso rispetto a quando giocavo. Ho tanto da imparare da mister Viali».

Il suo futuro è in panchina?
«Vediamo come andrà quest’anno e se avrò il tempo per decidere. Certo, la Serie A anche come allenatore sarebbe un altro, incredibile sogno».

De Feudis Inter
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