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18. 04. 2024 22:43

Ivana Di Martino, di “corsa” contro la povertà educativa: Con i bambini, per i bambini»

Questo pomeriggio Ivana Di Martino mette le sue gambe “a disposizione” per sostenere Stringhe: piccoli numeri in movimento

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La runner Ivana Di Martino è pronta per una nuova corsa benefica. Un impegno diverso dalle grandi imprese che l’hanno vista protagonista in passato, ma con un importante messaggio in favore dei più piccoli.

Lungo un percorso di 9,3 chilometri, questo pomeriggio dalle 14.30 Ivana Di Martino attraverserà le periferie di Milano per sostenere Stringhe: piccoli numeri in movimento, progetto nazionale promosso dalla Fondazione Mission Bambini, selezionato dall’impresa sociale “Con i Bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.

Stringhe si rivolge ai bambini dai 5 agli 11 anni che vivono in condizioni di fragilità e unisce educativa digitale e motoria grazie all’introduzione di attività che si basano sull’uso combinato del coding e della robotica con la psicomotricità e l’attività sportiva.

Le tre parole di oggi? Scoprile in newsletter!

Com’è nata questa nuova collaborazione?

«Sono stata contattata da Mission Bambini per fare qualcosa insieme e ho dato subito la mia disponibilità. Ho detto: “Metto a disposizione le mie gambe, in Italia e all’estero”. Purtroppo la situazione precaria ci ha costretto a fare qualcosa di contenuto, ma è nata comunque una bella iniziativa. Partirò dalla sede di Mission Bambini in via Ronchi e correrò fino ad una scuola di Quarto Oggiaro. Sono stati gli stessi bambini a decidere il percorso».

In che modo?

«Hanno utilizzato una tecnologia chiamata coding. Questi bambini, oltre all’attività motoria, fanno tantissimi laboratori di robotica. Mi hanno dato addirittura due alternative di percorso segnalando tutte le vie così io posso scegliere quale strada fare. Una cosa molto carina, diversa dal solito. Io sono abituata a lunghezze molto più impegnative, ma ho voluto prendere parte a questa iniziativa perché la trovo molto valida. Diamo il via a un progetto quadriennale che coinvolgerà oltre duemila bambini».

Che prezzo stanno pagando i più piccoli in questa pandemia?

«È un disastro. Lo vedo coi miei due figli. Per i bambini la scuola è vita e la didattica è solo una parte di essa. A scuola imparano tante cose, socializzano con gli altri bambini, hanno rapporti con adulti diversi dai genitori».

Abbiamo vissuto un periodo in cui runner sono stati additati come irresponsabili. La sua attività ha subito danni dal lockdown?

«Moltissimi. A parte il fatto che mi hanno tirato anche i sassi addosso mentre correvo a 200 metri da casa, la mia attività ha perso l’80%. Ho dovuto rinunciare a una nuova impresa e ho interrotto tante attività di coaching. La mia vita è cambiata molto a causa della pandemia, senza gare è anche difficile trovare nuove motivazioni. Cerco di reinventarmi ogni giorno creando dei micro obiettivi, ma non è facile».

Il giorno in cui spariranno le restrizioni quale desiderio vorrebbe realizzare?

«Vorrei prima di tutto tornare a vedere il mare che mi manca tanto, poi vorrei compiere l’impresa saltata a settembre. Non posso dire di cosa si tratta, ma solo che riguarda il nord Europa e la sostenibilità ambientale. È un sogno che ho da tanto e spero di poterlo realizzare il prossimo settembre».

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