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23. 04. 2024 15:22

Milan-Inter: è il giorno del derby della Madonnina

Primo snodo scudetto dell’anno: la seconda ospita la (neo) capoclassifica, in uno dei derby più importanti degli ultimi vent’anni

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Un derby in vetta, con l’Inter che comanda la classifica e il Milan che insegue. Un solo punto di distanza, per una gara che vale una prima fetta la torta scudetto. Fischio d’inizio alle 15.00, in un San Siro ancora deserto.

Le Curve di Milan e Inter accoglieranno i pullman dei calciatori, in un clima pre-derby surreale ma dal valore significativo per entrambe le squadre. La fuga per Conte e i suoi, rinascita e controsorpasso per gli uomini di Pioli.

Rossoneri. Il Diavolo, reduce dall’impegno in Europa League e dalla pesante sconfitta contro lo Spezia in campionato, è chiamato al riscatto immediato per non perdere di vista la vetta e mantenere il passo tra le prime posizioni.

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Dopo il necessario turnover contro la Stella Rossa rientrano Calabria e i titolarissimi; Pioli starebbe valutando una coppia di attaccanti a sostegno di Ibrahimovic, spesso isolato e fuori dalle manovre offensive. Un Milan indubbiamente in difficoltà, come non lo era mai stato in questa stagione, ora protagonista assoluto del proprio destino.

A Milanello niente allarmismi, regna un’apparente serenità: una settimana di lavoro, con l’impegno europeo che ha ricordato ai rossoneri la necessità di non abbassare la guardia per non cancellare tutto ciò che di buono è stato registrato fino ad ora.

Ibrahimovic. È il derby della Madonnina, certo, ma è anche un nuovo incontro tra Ibrahimovic e il mondo nerazzurro. Lo svedese è chiamato a riscattare la parentesi con Lukaku in Coppa Italia e l’espulsione che ha condannato i suoi all’eliminazione.

Ora, il campionato. E, se si attende la svolta di tutti, tutto non può che partire dalla lucidità e dalla concretezza del capobranco. Ibrahimovic sa come si fa, sarà lui la guida simbolica di questo Milan ora impegnato in una vera prova di maturità. Per la settimana di Sanremo (dove «si allenerà in Riviera», annuncia Amadeus), insomma, c’è ancora tempo.

Nerazzurri. Sul lato opposto, non ci sono grossi dubbi di formazione. Non stupirebbe se Conte lanciasse dal 1′ lo stesso undici che ha battuto la Lazio. Giocando d’astuzia, il gatto col topo, arroccandosi all’occorrenza per dare sfogo a micidiali transizioni. Una squadra “mourinhana” nell’atteggiamento ma dalla matrice qualitativa.

Un portiere e tre difensori sulla cui titolarità non sussistono dubbi, tutti capaci di uscire dal pressing con soluzioni efficaci. Un portento come Hakimi a destra, Barella a cucire e strappare, Brozovic alla macchina da presa. Ancora Eriksen, in rampa di lancio come interno e Perisic nelle vesti di novello tornante a sinistra.

L’unico nodo da sciogliere è la presenza o meno di Vidal, che in settimana ha lavorato per rendersi disponibile. Ha però dato forfait nelle ultime due uscite contro Juventus e Lazio, se anche dovesse convincere staff medico e tecnico, il suo impiego dall’inizio appare un azzardo. Non ci sarebbe motivo per rischiarlo, vederlo prendere il posto di Eriksen avrebbe del sorprendente.

Lukaku. Ovvio che il più atteso, senza nulla togliere a Lautaro Martinez, sia Romelu Lukaku. Conte lo ha chiamato alle armi, definendone “opache” alcune recenti prove. Ha risposto con una doppietta e un assist dopo aver travolto il malcapitato Parolo, riducendo a brandelli la resistenza laziale.

In quattro derby finora giocati ha sempre segnato, tre volte ha vinto, una volta si è parlato di lui (e di Ibra) più per le intemperanze che per il centro realizzato. Come l’Inter, ha raggiunto una vetta nell’ultima tappa: ai nerazzurri la Serie A, al belga la classifica marcatori, in concomitanza con Ronaldo. La stracittadina può portare nuove altitudini. E rendere più piccolo l’avversario all’orizzonte.

LE PROBABILI FORMAZIONI

MILAN (4-2-3-1): Donnarumma; Calabria, Kjaer, Romagnoli, Theo; Kessie, Bennacer; Saelemaekers, Calhanoglu, Leao; Ibrahimovic

INTER (3-5-2): Handanovic; Skriniar, De Vrij, Bastoni; Hakimi, Barella, Brozovic, Eriksen, Perisic; Martinez, Lukaku. All. Conte.

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Roberto Palmiero

È il 2004. Ma sempre il 21 febbraio e sempre Milan-Inter. I rossoneri, primi in classifica, hanno come obiettivo fuggire dalla Roma dell’ex Fabio Capello. I “cugini” a -16 puntano al posto Champions. Fa freddo, la pioggia leggera dissolve la tradizionale nebbia meneghina. Quella pioggia che come spesso capita fa da contorno alle notti leggendarie.

È la sfida tra due bomber: il fresco campione d’Europa Shevchenko, supportato da Rui Costa e Kakà nel rivoluzionario “albero di Natale”, contro Adriano, erede designato di un Fenomeno che ha da poco lasciato la Milano nerazzurra, tra lacrime e rimpianti. Le premesse ci sono tutte.

E infatti ci vogliono solo 15’ perché il match si sblocchi. Stankovic, da corner, fa partire un traversone tagliato, perfido, che trova come unica sponda il terreno viscido dell’area piccola e termina direttamente in rete, sotto gli occhi di un Dida impietrito.

L’Inter è avanti. Contro ogni pronostico, i rossoneri non riescono ad esprimere il proprio calcio e a pochi minuti dall’intervallo subiscono la seconda doccia gelata. Questa volta è Zanetti – Cristiano, non Javier – a sfruttare la deviazione dello sfortunato Kaladze e a beffare, un’altra volta, il portiere milanista. Al riposo si va sul risultato di 0-2.

Sliding door. Al Milan serve una scossa. Ancelotti accontenta Berlusconi – contrario al doppio trequartista – e inserisce Tomasson. Pochi minuti ed ecco la sliding door del match: Adriano si trova davanti la porta sguarnita, ma anziché calare il tris, calcia alle stelle.

E se il brasiliano perdona, Tomasson no: su ribaltamento di fronte, l’attaccante danese raccoglie la sciagurata respinta di Toldo e accorcia le distanze. Passano pochi secondi e l’Inter perde nuovamente palla a metà campo, Kakà la porta con sé fino al limite e la scarica alle spalle del portiere interista.

Uno-due shock: in un minuto i rossoneri riprendono il derby. E manca mezz’ora. L’inerzia è capovolta. La metà nerazzurra di San Siro stringe i denti, l’altra sente il profumo di vittoria. Che non si fa attendere e arriva proprio per mano del grande ex Clarence Seedorf, nel modo in cui per due volte aveva trafitto gli storici rivali della Juve un paio di anni prima. Una sassata improvvisa, da 30 metri, che non lascia scampo a Toldo. La rimonta è compiuta e ha il sapore di scudetto.

E il Milan “apre” lo stadio ai tifosi

Il club rossonero, padrone di casa, ha deciso di aprire le porte dello stadio di San Siro ai tifosi rossoneri. Un’apertura simbolica, con la possibilità di vivere esperienze esclusive e sostenere il progetto “Assist” di Fondazione Milan.

Ecco le modalità dell’iniziativa Derby Together: i tifosi che acquisteranno lo special virtual ticket riceveranno direttamente a casa il Derby Pack celebrativo. «Questa volta il Derby sarà diverso – si legge nella nota del Milan –: il Club rossonero chiama a raccolta gli oltre 500 milioni di supporters in tutto il mondo per riempire virtualmente lo stadio di San Siro. Il ricavato sarà destinato a sostegno delle fasce più fragili colpite dall’impatto sociale ed economico in questi momenti di difficoltà».

Per acquistare il biglietto, basta registrarsi sulla piattaforma MyMilan: il concorso è valido fino al 22 febbraio e in palio ci sono oltre 200 premi. MM

 

 

 

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