Non c’è pace per il nuovo stadio di San Siro, che sembra essere diventato davvero un modo per perdere tempo e non comprendere che, invece, di tempo non ce n’è. Perché ora Milan e Inter vogliono vederci chiaro e vogliono provare a dare un’accelerata al loro, di progetto; mentre il Comune di Milano, dall’altra parte, detta delle regole per un percorso di ascolto della città. Tutto giusto, ci mancherebbe, ma chi delle due fazioni ha ragione?
Nuovo stadio di San Siro, ora si pensa al dibattito pubblico
L’ultima novità è quella del Comune, che ha deciso di aprire al dibattito pubblico che dovrà portare a nuove idee e riflessioni sulla stato dell’arte della questione nuovo stadio di San Siro. Dibattito che dovrà andare veloce, perché in quattro mesi bisognerà iniziarlo e chiuderlo, con appuntamenti clou tra giugno e agosto. Questa la migliore delle ipotesi, al netto di poi possibili imprevisti ancora non inseriti e che potrebbero far slittare il tutto. È chiaro, però, che questa ultima considerazione non deve nemmeno essere pensata, perché ogni giorno di ritardo costerà una penale di 500 euro. E dunque, via al cronoprogramma: otto sedute aperte ad associazioni o gruppi o singoli cittadini che vogliano dire la loro sull’abbattimento del Meazza e sulla costruzione di un nuovo San Siro. Ci sarà anche un sito dedicato, dove tutti i documenti potranno essere consultati.
Ipotesi referendum
È chiaro che un dibattito pubblico potrebbe sfociare, in seguito, anche ad un possibile referendum, che allungherebbe ancora di più i tempi e innervosirebbe ulteriormente Milan e Inter. Le quali si sono sempre dichiarate contrarie all’utilizzo continuo di San Siro. Per ora non resta che attendere questo dibattito pubblico, che sarà gestito tramite procedura negoziata da un ente terzo. Quanto costerà? Si parte da un preventivo di 200 mila euro (245 mila con l’Iva e gli oneri accessori) salvo proposte al ribasso.