L’incertezza regna sovrana nel mondo dello sport. Le porte chiuse non bastano più per far sì che giocatori, staff e dirigenti si sentano al sicuro.
Per questo le associazioni calciatori di Italia e Spagna hanno chiesto lo stop delle competizioni nazionali e internazionali. A maggior ragione dopo che la Juventus ha annunciato la positività al coronavirus di Daniele Rugani. Il difensore è asintomatico, ma le sue condizioni costringeranno all’isolamento lui, la Juventus e le comitive delle squadre contro cui hanno giocato i bianconeri nelle ultime due settimane.
Tutto sospeso. Inter compresa, il che significa che non potrà avere riscontri nella realtà l’idea dell’Uefa di far disputare la sfida con il Getafe in gara unica e in campo neutro (invece che sui 180′) negli ottavi di finale di Europa League. Ieri gli spagnoli si sono rifiutati di raggiungere Milano e l’organo continentale ha scelto di rinviare la sfida. La società nerazzurra, peraltro, è impegnata con il Milan (i cui allenamenti sono sospesi per tutta la settimana) in una trattativa con il Comune per il futuro di San Siro. Ad aprile è previsto un nuovo incontro.
Le altre. Anche negli altri sport il momento è complicato. L’Eurolega ha deciso di rinviare Milano-Olympiakos e di far giocare all’estero in campo neutro le sfide dell’Armani previste fino all’11 aprile. La Cev ha rinviato le sfide delle coppe europee di pallavolo, compresa Powervolley Milano-Sporting Lisbona nelle semifinali di Challenge Cup.
In più da ieri i meneghini sono in isolamento, avendo saputo di essere entrati in contatto in Estonia (contro il Saaremaa) con tre persone risultate poi positive al Covid-19. L’atletica ha già rinunciato alla Milano Marathon e alla Stramilano, il ciclismo alla Milano-Sanremo, il nuoto al Trofeo Città di Milano. Già fermi il rugby e il football americano.
