Quest’anno ad aggiudicarsi il “Compasso d’Oro“, prestigioso premio dedicato al design, è stato un trio di milanesi: Filippo Poli, Lorenzo De Bartolomeis e Gabriele Diamanti hanno vinto l’edizione 2020 con il loro progetto della mano protesica “Hannes”.
La “mano bionica”. Tutto nasce da un’idea di questo trio composto da ex studenti del Politecnico di Milano. «Un progetto nato il giorno dopo il mio matrimonio in Toscana, con un Pandino 4×4 andando a visitare il centro protesi di Budrio vicino a Bologna – racconta De Bartolomeis -. La forza dell’idea cresceva un giorno dopo l’altro con i test dei primi prototipi nei trial clinici con un paziente. Guardandolo capivamo quanto realizzava le sue necessità».
Con il tempo l’idea si è tramutata in realtà: “Hannes”, realizzata in collaborazione con l’Inail e l’Istituto Italiano di Tecnologia, permette agli utenti di recuperare circa il 90% della funzionalità di un arto amputato. «La sfida è stata quella di addolcire la componente hi-tech – spiega invece Poli -, rendendola armoniosa con il resto del corpo di chi ha vissuto un dramma».
Hannes rappresenta la vittoria della robotica applicata al design. «Ci siamo ispirati al corpo umano – sottolineano i tre vincitori -, ma anche ai canoni delle proporzioni dell’arte, allo studio dei manichini di alta moda. Un dialogo con la persona:c’è bellezza dentro l’innovazione tecnologica».
Il futuro. Il brevetto della mano bionica è già stato depositato. Ora Inail, già partner del progetto, potrebbe diventare anche il primo acquirente. «L’obiettivo è che entri con un prezzo accessibile nel sistema sanitario – precisa Diamanti -. Il competitor internazionale le vende intorno ai 35 mila euro. Vogliamo che costi meno della metà, con una funzionalità più alta, più possibilità di movimentazione, più robusta nel tempo»