Trading online: cosa sone le nuvole di ichimoku e perché sono ricercate dai trader

In una fase particolarmente delicata dei mercati finanziari, come quella che stiamo vivendo attualmente a causa dello scoppio della pandemia, un numero rilevante di risparmiatori sembra orientato ad accedere ad alcuni asset particolarmente rischiosi, come, ad esempio, il comparto azionario. D’altro canto, i prezzi attuali, se rapportati con i livelli massimi raggiunti dalle borse solo qualche mese fa, sembrano apparentemente molto convenienti.

Molti analisti, infatti, sostengono che, in un arco temporale di medio periodo, le borse potrebbero rivitalizzarsi compiutamente, fornendo ottime performance per chi, oggi, decidesse di investire nell’equity. Una fetta considerevole dei trader, come noto, punta a realizzare cospicui guadagni anche nel breve periodo, cercando di sfruttare quanto, di fatto, sta avvenendo in questo momento, caratterizzato da una spiccata volatilità.

Cosa sone le nuvole di ichimoku

In questi casi, di conseguenza, è particolarmente utile sfruttare gli studi dell’analisi tecnica, ovvero quella branchia del mondo finanziario che, mediante l’ausilio di grafici, tende ad individuare quali siano gli andamenti nel breve periodo di un determinato titolo finanziario. Grazie al proliferare di portali finanziari seri ed affidabili, un numero consistente di piccoli risparmiatori tende ad attingere informazioni da questi grafici prima di operare in Borsa.

Nel mondo dell’analisi tecnica esistono diversi indicatori, in grado di rivelarsi preziosi alleati dei risparmiatori quando investono nei mercati finanziari. Tra questi, uno dei più sfruttati dai trader sono le nuvole di ichimoku, delle quali si sente parlare sempre più frequentemente anche nel mondo dei piccoli risparmiatori. In pochi, però, sanno esattamente cosa siano le nuvole di ichimoku.

Innanzitutto, come facilmente intuibili dal nome, è opportuno sapere che sono state messe a punto da un esperto giornalista finanziario giapponese, Goichi Hosoda, nell’ormai lontano 1969: la dicitura originale nipponica, ossia “Ichimoku Kinko Hyo”, assume il significato di “equilibrio grafico a colpo d’occhio”, in quanto si pone l’obiettivo di cogliere, in un sol sguardo, diverse informazioni sui mercati finanziari.

Attualmente, le nuvole di ichimoku sono un vero e proprio punto di riferimento per moltissimi trader, che grazie ad esse cercano di mettere a segno importanti plusvalenze in un contesto finanziario improntato alla volatilità. Per un trading più efficace e soddisfacente, però, sarebbe opportuno abbinarle ad altri noti indicatori di analisi tecnica, come, ad esempio, le medie mobili, l’RSI, l’ADX o le bande di Bollinger.

I cinque tracciati delle nuvole di ichimoku

La motivazione per la quale molti trader ricorrono alle nuvole di ichimoku, è insita nel fatto che, a differenza delle candele giapponesi, possono reperire un numero rilevante di informazioni. Si pensi, a titolo esemplificativo, alla possibilità di individuare le proiezioni future di resistenze (prezzo oltre il quale il titolo difficilmente può proseguire la propria salita) e supporti (prezzo al ribasso entro il quale il titolo arresta la propria caduta): buona parte degli indici, invece, si limita ad individuare questi dati nel breve termine.

Quando si approccia a questo indicatore, però, è opportuno sapere da cosa il medesimo è composto. Le nuvole di ichimoku si contraddistinguono per essere costituiti da cinque tracciati. La linea base, denominata “Kijun-sen”, è ottenuta raggruppando massimi e minimi degli ultimi 26 periodi, divisi per due; in altre parole, equivale al punto medio dei “massimi-minimi” delle ultime 26 sedute.

Un altro tracciato è il Tenkan-sen, la cosiddetta linea di conversione, che copre poco meno di due settimane, cercando di individuare il punto medio dei “massimi-minimi” negli ultimi 9 giorni. La linea Chikou span, nota come lagging span, mostra invece i livelli di chiusura delle 26 sedute precedenti, contribuendo a dare una proiezione futuribile volgendo lo sguardo al recente passato del titolo.

Le ultime due linee, invece, prendono i nomi di “Senkou Span A” e “Senkou Span B”: la prima tende ad individuare il punto medio tra la linea di conversione e quella base, corrispondendo al limite superiore della nuvola; la seconda, invece, cerca di cogliere il punto medio dei “massimi-minimi” delle ultime 52 settimane e corrisponde al limite inferiore della nuvola.