Il colpo d’occhio di ieri sera all’Arco della Pace è di quelli che colpiscono dritto al cuore. Per pochi minuti i diecimila scesi in piazza per protestare contro lo stop al Senato del Ddl Zan si sono seduti a terra e hanno acceso, rivolgendole al cielo, le torce dei propri cellulari.
«Accendete tutti i cellulari» 🏳️🌈#DDLZanSubito #ddlzan #DdlZan_Subito_Legge pic.twitter.com/eCIJeqVi1U
— Mi-Tomorrow (@MiTomorrow) October 28, 2021
Diecimila luci partite dall’Arco della Pace hanno simbolicamente squarciato il buio di questa notte italiana, un’oscurità inaccettabile, che ha fatto male a chi chiedeva diritti civili che non sono più prorogabili.
«Ora è l’ora della rabbia – ha commentato ieri Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay – Reagiamo a una politica insufficiente e mediocre, alla bocciatura accolta tra applausi e urla da stadio, una vergogna per l’Italia. E protestiamo contro un Parlamento che alleva e protegge odiatori, violenti, assassini. Il voto di ieri (mercoledì, ndr) tornerà come una maledizione su questa classe politica: non ci accontenteremo più. Matrimonio egualitario, adozioni, leggi contro l’odio: vogliamo tutto e subito».
Al presidio di ieri sera a Milano hanno fatto compagnia i cittadini che si sono riuniti a Varese e che per oggi hanno in programma di farlo a Brescia (piazza Mercato ore 21) e domani a Pavia (piazza della Vittoria ore 16) e Monza (piazza Roma ore 18.15), solo per restare in Lombardia.
Ecco, non finisce qui, la storia va sempre avanti. Questo è il messaggio che esce dalle piazze. Le ragioni dell’oscurantismo, lo dicono i cicli storici, sono destinate a soccombere di fronte alla raggiunta consapevolezza dei diritti civili e sociali. Umani e inalienabili. Quel giorno non è oggi, ma arriverà.