ArtWeek, Del Corno esclusivo da New York: «Per il 2019 ho un rammarico»

ArtWeek
ArtWeek

Ventiquattro ore a New York per l’assessore alla Cultura Filippo del Corno, che mercoledì ha presentato al New Museum di Manhattan e al Consolato Generale d’Italia la nuova ArtWeek, in programma a Milano il prossimo aprile. L’assessore ha anticipato a Mi-Tomorrow i progetti per il 2020, con uno sguardo al prossimo mandato.

 

Partiamo da ArtWeek: cosa dobbiamo attenderci?
«Tante novità, ma sempre con a cuore l’alleanza tra istituzioni pubbliche e private, per supportare la fiera MiArt».

Con quali obiettivi?
«Ce ne sono due e il primo è di aumentare il tasso di desiderabilità di Milano per chi ama l’arte contemporanea. Ad aprile ci saranno vernissage, iniziative, mostre speciali: vogliamo che il mondo venga a parteciparvi».

E il secondo?
«Aumentare l’accessibilità dei nuovi linguaggi dell’arte a tutti, in città. L’ArtWeek, peraltro, precederà la settimana del Salone del Mobile: così prolungheremo il periodo di attrattività della città».

Ma non saranno un po’ troppe tutte queste week?
«A mio parere sì, ma sarebbe un errore reprimerle. Obiettivo del prossimo mandato sarà quello di razionalizzarle: nel nostro assessorato lo abbiamo già fatto».

Come?
«Riducendole a quattro, una per ogni stagione: ArtWeek in primavera, Photo Week in estate, Movie Week in autunno e Music Week in inverno».

Perché è venuto qui a dicembre per promuovere una rassegna milanese che ci sarà ad aprile?
«Per far sì che New York, così forte sul panorama contemporaneo, possa conoscerci. E perché per la prima volta, nel 2020, ospiteremo il summit del World Cities Culture Forum: vogliamo esserci già in questa fase».

Le visite istituzionali “milanesi” a New York sono aumentate nel 2019.
«Normale che sia così: l’osmosi culturale tra le due città è in crescita».

Come mantenerla?
«Venendo qui e facendo vedere che abbiamo come focus quello di supportare i progetti che istituzioni e fondazioni stanno già portando avanti».

Arte e periferie: quando lo scorso ottobre venne qui per Leonardo ammise che Milano fosse indietro rispetto a New York. È cambiato qualcosa?
«Sì: stiamo continuando a lavorare, anche se i frutti si vedranno in futuro. Oggi, però, il nostro approccio non può cambiare».

Ovvero?
«Da un lato dobbiamo insistere sulla dotazione infrastrutturale di spazi culturali: un recente esempio è stata l’inaugurazione del Teatro Bruno Munari in Maciachini».

E poi?
«Dobbiamo portare gli eventi negli spazi periferici della città. Non c’è alternativa».

Un esempio?
«Direi la rassegna Prima Diffusa. Abbiamo portato in streaming la Prima della Scala in luoghi periferici della città, permettendo a circa 9mila persone di condividere l’esperienza dell’ascolto della Tosca».

Tempo di bilanci per il 2019: qualche rammarico?
«Forse la realizzazione della biblioteca in Lorenteggio, dove manca sostanzialmente l’appalto. Avremmo potuto fare di più».

Molti milanesi a New York vedono Milano in crescita, ma non a livello di una capitale europea. Cosa manca?
«Ma Milano con la sua proposta culturale è già una capitale europea. Siamo l’unica città italiana in cui c’è una crescita demografica e i nuovi milanesi sono giovani, cosmopoliti ed usufruiscono dell’arte arricchendola».

Cosa fare per convincere chi non ci crede?«Lavorare come stiamo facendo, creando i presupposti per una vivibilità accessibile e focalizzandoci sull’interesse pubblico dei progetti urbanistici privati. Poi c’è il nuovo PGT: la sfida della Milano del domani passerà anche dal metterlo in pratica».

—-

New Museum
La giornata di Filippo Del Corno è iniziata qui, dove è stata presentata la Milano ArtWeek 2020. Un’iniziativa in cui è stata protagonista anche la Fondazione Stelline, che insieme al Comune di Milano e il contributo di Fondazione Fiera ha annunciato a New York la prima personale milanese di Marinella Senatore, Appunti per una rivoluzione, che si terrà dal 15 aprile al 7 giugno 2020. Senatore è conosciuta a New York per un progetto relativo alla rivitalizzazione della High Line.

ArtWeek 2020
Si terrà dal 14 al 19 aprile 2020, si tratta della quarta edizione della rassegna di arte contemporanea. L’iniziativa è il risultato dell’alleanza tra le istituzioni pubbliche e realtà private, come Fondazione Stelline e Fondazione Prada. L’obiettivo è anche quello di supportare la fiera MiArt, il cui direttore artistico Alessandro Rabottini ha raccontato a New York l’edizione 2020.

WCCF
Dal 2017 Milano fa parte del World Cities Culture Forum e nel 2020 ospiterà il summit annuale dell’organizzazione, dal 28 al 30 ottobre. «Un grande riconoscimento che arriva dopo un lungo processo, per trasformare Milano in una capitale mondiale della cultura», le parole di Del Corno.


www.mitomorrow.it