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23. 04. 2024 16:48

Camici in Lombardia, la replica di Fontana: «Sono certo dell’operato della Regione»

L'Unione Fiduciaria, incaricata il 19 maggio da Fontana del bonifico, bloccò il pagamento perché in base alla normativa antiriciclaggio non vedeva una causale o una prestazione coerenti con il bonifico. Da qui la segnalazione di attività sospetta all'Unità di informazione finanziaria di Banca d'Italia, che la girò a guardia di finanza e Procura

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Torniamo a parlare del governatore Attilio Fontana, indagato dalla Procura di Milano nell’inchiesta sulla fornitura da mezzo milione di euro di camici e altri dispositivi di protezione da parte della società Dama SpA gestita dal cognato Andrea Dini e di cui sua moglie, Roberta Dini, detiene il 10%. Interrogato anche Filippo Bongiovanni, il dg dimissionario di Aria SpA (la centrale acquisti regionale) indagato per turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente, assieme allo stesso Andrea Dini.

Camici in Lombardia, la replica di Fontana: Sono certo dell’operato della Regione

Nella tarda serata di ieri, 24 luglio 2020, Fontana scrive sul suo profilo Facebook: «Da pochi minuti ho appreso con voi di essere stato iscritto nel registro degli indagati. Duole conoscere questo evento, con le sue ripercussioni umane, da fonti di stampa. Sono certo dell’operato della Regione Lombardia che rappresento con responsabilità».

Sviluppi. A Bongiovanni è stata data la possibilità di fare dichiarazioni e gli sono state fatte alcune domande affinché desse spiegazioni a determinati passaggi del suo racconto. Non gli è stato mostrato il capo di imputazione. Gli inquirenti non hanno in programma di ascoltare Andrea Dini, mentre probabilmente ci sarà la necessità di ulteriori accertamenti da parte del Nucleo speciale di polizia valutaria della Gdf.

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Reato. Il reato ipotizzato è quello di frode in pubbliche forniture. Ci sarebbe un tentato versamento alla Dama spa da un proprio conto in Svizzera, sul quale nel 2015 aveva fatto uno “scudo fiscale” per 5,3 milioni, dietro l’iscrizione nel registro degli indagati del presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, per il caso dei camici. Il 19 maggio, quattro giorni dopo una generica intervista di Report, Fontana cercò di fare un bonifico per arginare quello che viene definito il rischio reputazionale insito nei 75.000 camici e 7.000 set sanitari venduti per 513.000 euro alla Regione lo scorso 16 aprile dalla società Dama spa del cognato Andrea Dini e della moglie Roberta (per il 10%). Pare che Fontana tentò di bonificare alla Dama 250.000 euro, gran parte del mancato profitto al quale il cognato sarebbe andato incontro facendo l’unilaterale gesto di tramutare in donazione alla Regione l’iniziale vendita dei 75.000 camici e di rinunciare a farsi pagare dalla Regione i 49.353 camici e 7.000 set già consegnati.

Twitter. In merito alla questione non è rimasto in silenzio Matteo Salvini che ha fatto sapere la sua opinione in merito con un Tweet sul suo profilo: «Attilio Fontana “indagato” perché un’azienda ha regalato migliaia di camici ai medici lombardi. Ma vi pare normale? La Lombardia, le sue istituzioni, i suoi medici, le sue aziende e i suoi morti meritano rispetto. Malagiustizia a senso unico e “alla Palamara”, non se ne può più».

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