L’indagine sulla campagna di odio contro Silvia Romano, la cooperante rapita in Kenya e rilasciata lo scorso 9 maggio si è conclusa con un’archiviazione.
Le motivazioni. Secondo la procura di Milano non si sarebbe trattato di minacce, ma di semplici insulti. L’inchiesta coordinata da Alberto Nobili responsabile dell’antiterrorismo milanese e affidata al Ros, inizialmente aperta per minacce aggravate, ha portato, dopo i successivi approfondimenti sui vari messaggi di odio apparsi sui social, a ritenere che anche le frasi inizialmente ritenute minatorie non configurassero il reato ipotizzato ma che andassero qualificate come ingiurie e insulti diffamatori.
Tuttavia poiché Silvia Romano non ha sporto denuncia, necessaria per procedere nelle indagini per diffamazione, l’inchiesta è stata così archiviata.