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28. 03. 2024 16:47

Donne invisibili: il Covid ha solo accentuato il divario di genere, specialmente nel mondo del lavoro

Secondo uno studio realizzato dall''Università Bocconi di Milano, dei 2,7 milioni di italiani che sono tornati al lavoro il 4 maggio con l'avvio della Fase 2, più del 70 per cento sono uomini

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Le donne sono invisibili e non è colpa della pandemia. L’emergenza Covid-19 ha solo accentuato il secolare divario di genere e lo ha fatto soprattutto in ambito lavorativo.

Donne invisibili: il Covid ha solo accentuato il divario di genere, specialmente nel mondo del lavoro

Gap. Se da una parte i dati Istat hanno evidenziato a novembre 2019 una generale crescita degli occupati (+41mila) ed un concomitante aumento della crescita dell’occupazionale delle donne (+35mila rispetto ad ottobre 2019), il divario di genere si traduceva comunque con un tasso di occupazione molto più basso per le donne (49,5%) rispetto agli uomini (67,6%), dati rafforzati dal non superato gap retributivo e dagli stereotipi che accompagnano da sempre il genere femminile. La recente pandemia ha inoltre dato il via ad una recessione in campo lavorativo, come dimostrano i dati Istat su occupati e disoccupati in aprile, pubblicato lo scorso 3 giugno, che confermano che, nel generale declino del mercato lavorativo, a rimettervi maggiormente sono proprio le donne.

Pamphlet. Facciamo un passo indietro. Nel suo pamphlet Dovremmo essere tutti femministi, ricavato dal discorso tenuto per TEDxEuston nel 2012, la scrittrice e attivista Chimamanda Ngozi Adichie scriveva che «Se facciamo di continuo una cosa, diventa normale. Se vediamo di continuo una cosa, diventa normale. Se a scuola solo i maschi diventano capoclasse, a un certo punto finiamo per pensare, anche se inconsciamente, che il capoclasse debba per forza essere un maschio. Se continuiamo a vedere solo uomini a capo delle grandi aziende, comincia a sembrarci “naturale” che solo gli uomini possano guidare le grandi aziende».

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Manager. Ad oggi le donne manager sfondano quota 1 milione, crescono ad un ritmo più che doppio rispetto a quello dei colleghi, ma restano meno di un quarto del totale dei manager italiani. Il dato è emerso dal IV Rapporto sull’imprenditorialità femminile in Italia realizzato da Unioncamere, su una finestra temporale che copre gli anni dal 2014 al 2019. Pre pandemia, dunque. Nel  2019, nelle imprese italiane, le donne che ricoprono posti di comando sono cresciute del 7,2% rispetto a cinque anni prima, un tasso di crescita poco più che doppio rispetto ai colleghi. Eppure, sul totale dei manager, le donne continuano a rappresentare una fetta di appena il 24,7% del totale.

Dati Istat. Secondo di dati Istat di giugno, ad aprile, rispetto a marzo 2020, si è registrata una riduzione degli occupati, una riduzione dei disoccupati e un aumento degli inattivi, ma in tutti e tre i casi sono sempre le donne ad essere colpite più duramente: perdita di lavoro e mancanza di opportunità hanno gonfiato la percentuale di inattività della quota rosa, bruciando così il recupero avvenuto nel corso degli ultimi dieci anni. L’alto tasso di persone che non sono attivamente alla ricerca di un nuovo impiego è in controtendenza rispetto ad altri paesi del mondo, come Germania e Stati Uniti, e mette in dubbio la struttura del nostro mercato del lavoro. Molte persone affermano di ricevere poco supporto nella ricerca di un nuovo impiego, molte di queste sono donne.

Disparità. Un gap immotivato, non solo in termini di discriminazione di genere, ma anche a livello economico, dal momento che numerosi studi indicano, infatti, un maggior benessere e un miglior funzionamento del mercato quando il coinvolgimento attivo delle donne cresce. Un maggiore tasso di occupazione femminile potrebbe dunque essere uno stimolo alla crescita del Pil del nostro Paese. Invece a molte donne viene offerto, anche quando non richiesto, un contratto part-time che si traduce, nell’immediato, in un guadagno limitato e, in molti casi, nella necessità di doversi giostrare tra più lavori; non solo, nel lungo periodo significa dover far fronte ad una esigua pensione. A parità di titoli ed esperienza, si registra ancora un grosso divario retributivo e di mansione assegnata.

Ambizioni. Le silenziose regole societarie impongono alle donne, nella maggior parte dei casi, di rinunciare alle proprie ambizioni. Anche la Fondazione consulenti del lavoro ha portato avanti uno studio secondo il quale il 13,5 per cento delle italiane occupate non è ancora tornato al lavoro. Nel caso la pandemia dovesse prolungarsi ancora, molte donne saranno costrette a ridurre l’orario di lavoro, a continuare il telelavoro o a lasciare il proprio impiego. Un dato allarmante, aggravato da quanto emerge da un altro studio condotto dall’Istituto Toniolo dell’Università Cattolica di Milano che ha portato alla luce che solo la metà degli uomini italiani collabora nelle faccende domestiche, ritenendo di non dover adempiere a compiti riservati al genere femminile, e per il 71% degli intervistati di sesso maschile «per le donne il lavoro è importante, ma quello che vogliono veramente è una casa e dei bambini».

Letture consigliate

Caroline Criado Perez, InvisibiliEinaudi (472 pagine, 19,50 euro)

invisibili
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La società è costruita a immagine e somiglianza degli uomini. Questa affermazione vi stupisce? Prendete gli smartphone: lo sapevate che sono sviluppati in base alla misura delle mani degli uomini; o la temperatura media degli uffici: è tarata sul metabolismo maschile. «Per amor di semplificazione» vi è una sconvolgente assenza di dati disponibili sui corpi, le abitudini e i bisogni femminili. Partendo da questi ed esaminandone moltissimi altri, Caroline Criado Perez dà vita a un’indagine senza precedenti che ci mostra come il vuoto di dati di genere abbia creato un pregiudizio pervasivo e latente che ha un riverbero profondo, a volte perfino fatale, sulla vita delle donne.

 

Emma, Bastava chiedere! Dieci storie di femminismo quotidianoLaterza (186 pagine, 18 euro)

bastava chiedere!
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Un fumetto femminista per donne e uomini, scritto e disegnato dalla blogger, fumettista e ingegnera informatica francese, Emma. L’autrice ha iniziato la sua attività divulgativa distribuendo volantini femministi all’entrata delle metro di Parigi prima di andare al lavoro. Nel 2016 la decisione di aprire un blog dove raccontare la quotidianità delle donne: il lavoro, la coppia, la famiglia. Quante volte vi siete sentire la frase “Bastava chiedere!”? Bastava chiedere è la riposta di molti uomini quando si trovano di fronte all’evidenza che voi, da quando vi siete svegliate, avete: preparato la colazione per tutti, avviato la lavatrice, portato gli eventuali figli a scuola, siete andate al lavoro e in pausa pranzo avete fissato l’appuntamento dal dentista, avete fatto la spesa e ritirato la raccomandata che, proprio quel giorno, è arrivata in posta. Il tutto da sole, senza aiuto. Bastava chiedere una mano… La vera domanda è: perché non hai pensato a monte di proporti per dividere il lavoro domestico?

 

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